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Impianto biometano A2A nell’area Martesana: Legambiente chiede collaborazione tra enti territoriali e azienda per trovare località ottimali

6 Novembre 2023 by Legambiente Lombardia

ph: © European Union

Oggi si è svolto l’incontro tra A2A e Legambiente Lombardia con il coordinamento dei circoli Legambiente Adda-Martesana, relativamente al progetto di impianto per la produzione di biometano, previsto a Gorgonzola. Il biometano, importante prodotto dell’economia circolare, sarebbe prodotto a partire da liquami zootecnici e sottoprodotti alimentari delle aziende del territorio. L’incontro è servito a chiarire quali saranno le specifiche dell’impianto produttivo – che occuperà una superficie di ca. 30.000 mq, su cui saranno realizzate 7 unità di digestione anaerobica (le cosiddette ‘campane‘) per trattare circa 70.000 tonnellate annue di matrici organiche prodotte dalle aziende agricole e alimentari del circondario.

“Il sistema agricolo e alimentare della Lombardia richiedono impianti e tecnologie che, come avviene con la produzione di biometano, permettano di ridurre le emissioni inquinanti dell’agricoltura e riutilizzare in modo efficiente i nutrienti contenuti negli effluenti zootecnici, il cui spandimento è causa di inquinamento atmosferico e idrico,” hanno dichiarato Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia, e Giuseppe Moretti, coordinatore di Legambiente Adda-Martesana, uscendo dall’incontro. “Sicuramente l’impianto in oggetto risponde ai requisiti della transizione ecologica. Quello che auspichiamo è però che simili installazioni possano atterrare in aree che non determinino consumo di suolo agricolo: per questo è indispensabile che tra privati ed enti territoriali si attivino le più opportune sinergie, per individuare localizzazioni che consentano di sviluppare i cantieri della transizione ecologica senza per questo consumare territorio.”

Archiviato in:Comunicati Stampa Contrassegnato con: A2A, biogas, economia circolare, gorgonzola, riciclo, sostenibilità

Silenzio-assenso della giunta regionale e del presidente Fontana sulle gravi dichiarazioni pubbliche di Lucia Lo Palo, presidente di ARPA Lombardia

4 Novembre 2023 by Legambiente Lombardia

Legambiente: “Preoccupazione sempre maggiore per le politiche ambientali lombarde, la presidente di ARPA è inadeguata al ruolo che ricopre”

Lucia Lo Palo ospite di Primo Piano – Italpress, Milano, 3 novembre 2023

ARPA Lombardia riempie le cronache nazionali, ma non è per un risultato positivo raggiunto da questa importante istituzione. Si tratta invece delle incredibili dichiarazioni di Lucia Lo Palo rese a Italpress dalla neoeletta presidente dell’Agenzia, dichiarazioni alle quali si è purtroppo abituati in ambito di social media e chiacchiere da bar, meno quando si tratta di responsabilità istituzionali come queste.

Dopo aver distinto il cambiamento climatico dall’inquinamento, Lo Palo ha risposto a una domanda diretta del giornalista: “Io non credo che il cambiamento climatico sia frutto dell’uomo, no”, precisando poi che “frutto dell’uomo è la mala gestione della qualità dell’ambiente.”

La Lombardia vede proprio in questi giorni le conseguenze di eventi meteo che non lasciano dubbi sia sulle cause degli eventi estremi sia sulla mala gestione; parlano anche chiaro le ormai numerose procedure di infrazione europee, mai accolte con responsabilità dalla Giunta Regionale.

“Gravi le dichiarazioni della Presidente di Arpa Lombardia, una persona con importanti responsabilità proprio sui problemi di cui parla in modo sbagliato e irresponsabile,” commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Di fronte a una sempre maggiore preoccupazione per il futuro delle politiche ambientali lombarde non possiamo non chiederci se questa persona possa ancora restare alla presidenza di un ente così importante.”

Le dichiarazioni di Lo Palo svalutano prima di tutto l’Ente che rappresenta, gettando discredito sul lavoro positivo fatto da decenni dai suoi tecnici e dai suoi funzionari. È chiaro come sia la voce fuori controllo di una Regione sempre meno obbiettiva sulla crisi climatica, e come dietro le sue scelte in materia di politica ambientale si nascondano spesso opportunità politiche e interessi di parte.

Sempre secondo le dichiarazioni rese pubblicamente, un altro punto non meno inquietante è il programma formativo di Regione Lombardia, ‘Scuola Ambiente’, che dovrebbe “preparare e sensibilizzare in maniera massiva” giovani e cittadini alla “questione ambientale”. Viste le premesse, la preoccupazione per questa iniziativa è ancora più forte.

Archiviato in:Comunicati Stampa Contrassegnato con: arpa lombardia, Inquinamento, lucia lo palo, negazionismo, Regione Lombardia

Young Climate Hackathon: i giovani al centro del movimento ambientalista con LIFE ClimAction

3 Novembre 2023 by Legambiente Lombardia

Un incontro dedicato all’attivismo giovanile, un’occasione di confronto sulle modalità da utilizzare e i temi da affrontare e approfondire per alimentare una giusta transizione ecologica.

Un momento del YCH23 a Villa Casnati – Bussero (MI) il 29 ottobre 2023

Molti gli stimoli e le sollecitazioni emerse dallo Young Climate Hackathon di sabato 28 ottobre a Bussero, nell’hinterland milanese, che ha visto la partecipazione di una trentina di giovani under 35 provenienti da tutta la Lombardia.

Legambiente ha coinvolto le giovani e i giovani attivisti in una maratona di idee – questo il significato di hackaton – per delineare le priorità che i movimenti ambientalisti devono darsi per affrontare con efficacia le complessità del mondo in cui viviamo.

L’iniziativa rientra nel progetto europeo LIFE ClimAction, promosso da Legambiente con Enel Foundation come knowledge partner. Il progetto ha l’obiettivo di coinvolgere giovani, popolazione scolastica, amministrazioni, imprese e più in generale i cittadini per nuovo patto di comunità e una nuova consapevolezza collettiva. Le azioni del progetto mirano a creare un fronte trasversale e compatto in grado di introdurre buone pratiche per contrastare l’emergenza climatica.

Le ragazze e i ragazzi hanno lavorato con entusiasmo e serietà per portare il loro punto di vista all’interno della visione del movimento ambientalista e di Legambiente; hanno inoltre ragionato su come agire nei propri territori per coinvolgere un sempre maggior numero di persone e per far arrivare il messaggio ambientalista con chiarezza, forza ed urgenza, chiedendosi se le modalità e le iniziative tradizionalmente utilizzate dall’associazione debbano essere integrate e arricchite con metodi nuovi, in grado di raggiungere un pubblico inatteso.

Intersezionalità, giustizia climatica, pace: sono alcune delle parole chiave emerse come caratteristiche necessarie per portare avanti l’azione associativa.

“Lo Young Climate Hackathon si inserisce all’interno di un percorso associativo di Legambiente che promuove lo scambio intergenerazionale includendo sensibilità ed esigenze diverse,” spiegano dal Coordinamento Giovani di Legambiente

Lombardia. “Il punto di vista delle nuove generazioni, il loro entusiasmo e la loro grinta, le loro richieste e competenze, rappresentano uno stimolo prezioso per la nostra associazione e il movimento ambientalista in generale.”

Tra i tanti temi sentiti come prioritari risaltano quelli dell’alimentazione, del turismo sostenibile e della fast fashion individuati come particolarmente importanti per contrastare la crisi climatica. Particolare rilievo è stato dato anche alle metodologie dell’educazione non formale, utilizzate durante questa ed altre iniziative, come strumento estremamente efficace per coinvolgere e stimolare il confronto.

Gli stimoli emersi sono stati infatti riportati al Congresso Regionale 2023 da una delegazione, dando continuità e forza al lavoro svolto.

“Questo incontro così importante per le nostre azioni future si è non a caso svolto il giorno prima del Congresso Regionale di Legambiente Lombardia,” conclude Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Lo Young Climate Hackathon è un importante momento di sintesi che ha contribuito a delineare le strategie della nostra associazione nei prossimi quattro anni”

Archiviato in:Comunicati Stampa Contrassegnato con: attivismo giovanile, giovani, hackaton, sostenibilità

Esondazione del Seveso, si continua a piangere sul tempo sprecato

3 Novembre 2023 by Legambiente Lombardia

La vasca di Bresso in funzione tra poche settimane avrebbe potuto fare ben poco

Legambiente: “Ci vuole una progettualità di sistema per l’intero bacino del Seveso, l’alternativa è continuare a indignarsi per ciò che non è stato fatto.”

ph.: Ansa / Paolo Salmoirago

L’alluvione del Seveso di stanotte stupisce per dimensione e durata: era dall’orribile 2014 che le acque del torrente non allagavano il quartiere Isola, eppure il nubifragio notturno, per quanto molte forte, non è stato un evento di dimensioni catastrofiche: le precipitazioni hanno raggiunto i 90 mm in alcune aree del Canturino, ma sono caduti circa 70 mm nel resto della Brianza comasca, mentre sono state tra i 40 e i 60 mm nell’area della Brianza monzese e nel Nord Milano. Davvero tanta pioggia, ma non è ancora un evento ‘estremo’. 

“La realtà è che il bacino del Seveso ha perso ogni capacità di laminare eventi di piena, e soprattutto siamo del tutto impreparati rispetto agli eventi catastrofali che il cambiamento climatico rischia di rendere sempre più frequenti e intensi,” dichiara Lorenzo baio, vicepresidente di Legambiente Lombardia.

“Colpa del troppo cemento che ha rivestito il territorio, restringendo gli alvei del torrente e dei suoi affluenti, impedendo l’infiltrazione delle acque nel suolo e accelerando la corsa delle onde di piena verso il capoluogo milanese.” Arrivato a Milano, il torrente si infila in un lungo tubo sotterraneo, che può portare non più di 35 mc/sec. Eventi come quello odierno si caratterizzano per portate fino a 150 mc/sec: significa che se la vasca di laminazione del Parco Nord a Bresso, con la sua capacità di invaso di 250.000 mc, fosse già stata in funzione, si sarebbe riempita in meno di un’ora. La caratteristica del nubifragio odierno è stata di essere una pioggia intensa e distribuita su tutto il bacino del Seveso, generando un’onda di piena molto rifornita da monte, che ha causato un’esondazione durata oltre sei ore a Milano: non si può pensare di gestire la sicurezza idraulica solo con una vasca alle porte della città, concepita per assorbire onde di piena generate da eventi meteorici intensi ma localizzati.

Occorre invece un sistema di gestione esteso all’intera asta torrentizia, è urgente accelerare sulle vasche di Varedo dell’area ex-SNIA, e su quelle di Lentate sul Seveso, le uniche in grado di far fronte a eventi di natura catastrofale. 

“Non bastano le opere ingegneristiche: se non si invertirà l’aggressione al territorio e ai corsi d’acqua anche le vasche più grandi tra quelle previste sono destinate a diventare obsolete nell’arco di pochi lustri,” conclude Lorenzo Baio.

“Bisogna smettere di impermeabilizzare il suolo e restituire ai torrenti un alveo degno di questo nome, rimuovendo arginature rigide e ripristinando la valle del Seveso ovunque possibile, perfino all’interno della città di Milano. Non è un’opera che si fa dall’oggi al domani, ma bisogna iniziare, ad esempio a partire dalla creazione di un parco fluviale del Seveso per mettere in sicurezza le poche aree libere. Basta con il rimpallo di responsabilità.”

Archiviato in:Comunicati Stampa Contrassegnato con: esondazione, fiumi, Inquinamento, Milano, Natura

Legambiente festeggia le aree protette lombarde a quaranta anni dalla legge 86/1983 con Ecoforum Natura 2023, un evento adombrato dalla curva del cemento in crescita

25 Ottobre 2023 by Legambiente Lombardia

“Legge innovativa e positiva fin dalla sua introduzione, ma i parchi non ancora nati sono un’occasione persa: il Po si rischia di perdere il treno dei fondi PNRR, e a Milano il parco metropolitano non è ancora decollato”

La misura del successo dei parchi si coglie nel confronto con i territori circostanti, dove torna a crescere la curva del cemento: fuori controllo la logistica, anche nelle aree protette.

Malpensa ferita aperta, Legambiente annuncia strenua battaglia legale.

SCARICA QUI IL COMUNICATO STAMPA

GUARDA LA PLAYLIST VIDEO CON GLI INTERVENTI

Oggi all’Ecoforum Natura di Legambiente Lombardia si sono celebrati i quaranta anni della legge regionale 86/1983, norma istitutiva del primo sistema regionale delle aree protette d’Italia. Una legge che ha avuto il merito di tutelare, e in alcuni casi perfino di ricostruire, alcuni tra gli ecosistemi più preziosi di una delle regioni più densamente urbanizzate in Europa, in un crescendo di consenso laddove gli enti gestori sono riusciti a interpretare la sfida ambientale, coniugandola con opportunità e progetti che hanno intercettato risorse economiche, mettendole a disposizione dello sviluppo locale.

Ciò non è invece avvenuto laddove i parchi, pur previsti come naturale sviluppo del sistema, non sono nati: il caso più eclatante è sicuramente quello del Po, il nostro grande fiume che in Lombardia non gode di alcuno statuto di tutela; è cronaca di questi giorni il rischio che la Lombardia perda il finanziamento da 357 milioni di euro del PNRR per la rinaturazione del Po, compromesso dal fuoco incrociato – e paradossale – di agricoltori e pioppicoltori.

Quella della rinaturazione del Po è invece un’occasione irripetibile, proprio per le imprese e le comunità del territorio, che rischia di sfumare anche a causa dell’insufficienza del sistema di governo territoriale. Altra grande occasione persa, è stato rimarcato durante il convegno, è quella della realizzazione del parco metropolitano milanese, che avrebbe dovuto unire le forze e le strutture degli enti gestori per consolidare la cintura verde come grande infrastruttura territoriale per la sostenibilità della metropoli lombarda.

Ma mentre i parchi registrano i risultati di un investimento pluridecennale, fuori dal perimetro dell’area protetta la Lombardia fa pessima mostra dei risultati dell’assenza di una pianificazione territoriale. A svelarlo sono anche i dati di crescita del consumo di suolo fotografati oggi dall’annuale report di ISPRA: per la Lombardia si conferma, aggravato, il dato di una accelerazione della corsa a cementificare i territori.

Tabella: Incremento netto della superficie cementificata nelle provincie lombarde (2020-2022)

Archiviata la lezione del COVID (‘non si può vivere sani in un pianeta malato’), a un decennio dall’approvazione della legge regionale sul consumo di suolo (che gli ambientalisti avevano chiamato ‘ammazzasuolo’ per smascherarne i veri intenti), in Lombardia torna a farsi sentire con prepotenza il rumore delle ruspe, in particolare nell’asse della BreBeMi (Brescia, Bergamo e Milano), con propaggini verso la via Emilia (provincia di Lodi) e in direzione del Porto di Genova (Pavia): sono i territori della cosiddetta ‘Regione Logistica Milanese’, dove dilagano i capannoni logistici catapultati da società multinazionali nel bel mezzo dei campi agricoli più fertili della Pianura Padana, in un quadro di vuoto pneumatico di programmazione territoriale da parte di Regione Lombardia.

“Assistiamo a un’allarmante crescita di piastre logistiche in territori di piccoli comuni a spiccata vocazione agricola, senza che nessuno si interroghi circa il destino di vastissime aree dismesse abbandonate dall’industria nei decenni passati,” spiega Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia. “Sprechiamo nuovo suolo senza rimettere in circolo migliaia di ettari di sedimi industriali abbandonati e spesso inquinati. Quella che dovrebbe essere una grande opportunità economica si trasforma così in un deteriore spreco di risorse territoriali, la Regione ha una grave responsabilità nel non aver intrapreso una necessaria opera di programmazione territoriale dello sviluppo di questo settore”

L’evento di Legambiente è stato anche raggiunto dall’infausta notizia delle votazione alla Camera del provvedimento che riapre il procedimento – chiuso per esito negativo della valutazione di Impatto Ambientale – per l’ampliamento dell’aerostazione di Malpensa a spese delle brughiere del Parco del Ticino.

“Una irricevibile decisione sostenuta dal Governo ci costringe a riaprire una vertenza su cui siamo fortemente determinati a perseguire tutte le strade legali a tutela dell’ambiente e dei diritti,” dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Arriveremo fino alla Corte di Giustizia Europea, affinché non sia distrutto uno degli habitat lombardi più preziosi, tutelato dal Parco del Ticino fin dalla sua fondazione. Non si protegge il territorio con colpi di mano parlamentari, ma sviluppando progetti di qualità che dialoghino con il territorio e le sue vulnerabilità, come gli enti gestori dei parchi lombardi hanno da sempre saputo fare nel corso della loro storia.”

Archiviato in:Comunicati Stampa, Vertenze Contrassegnato con: Biodiversità, brughiera, legge parchi, parchi, Parco Agricolo Sud, sostenibilità

Polveri sottili: da cinque giorni Milano oltre le soglie, Legambiente Lombardia in audizione al Senato per il disegno di legge sulla qualità dell’aria

4 Ottobre 2023 by Legambiente Lombardia

Bene l’obbligo ad aggiornare i Piani Aria delle Regioni, ma servono indirizzi chiari sulle linee d’azione prioritarie

“Ossidi di azoto e ammoniaca sono gli inquinanti sulle cui emissioni occorre incidere quanto prima: servono innovazioni sistemiche nei settori dei trasporti e dell’agricoltura”

Leggi il contenuto dell’audizione (minireport)

Ascolta il podcast con il commento di Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia

L’autunno sembra non arrivare più, ma invece lo smog è arrivato, e anche in anticipo. La qualità dell’aria in Pianura Padana è infatti sprofondata, complice il bel tempo che favorisce gli spandimenti di liquami zootecnici nei campi intorno a Milano e nella bassa: le centraline ARPA di paesi e cittadine della bassa pianura da una settimana ormai registrano una situazione di costante sforamento dei livelli di particolato sottile (PM10 e PM2.5), fino a livelli 10 volte superiori a quelli raccomandati dall’OMS. Anche a Milano le cose non vanno bene: la centralina di viale Marche segna livelli di PM10 ‘fuori legge’ ormai da 5 giorni, senza che nessuna misura di protezione della salute sia stata attivata da Regione Lombardia.


Intanto ieri 3 ottobre si sono svolte presso la 8° Commissione Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica del Senato le audizioni in relazione al DDL 870, ovvero la conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2023, n. 121, recante “Misure urgenti in materia di pianificazione della qualità dell’aria e limitazioni della circolazione stradale”. Tra le organizzazioni convocate, oltre a Legambiente Lombardia, l’Istituto Superiore di Sanità, SIIAQ – Società Italiana Indoor Air Quality, la Fondazione Veronesi, ISDE Italia – Associazione Italiana Medici per l’Ambiente, Cittadini per l’Aria e Genitori Antismog.


La nuova norma interviene su una situazione molto compromessa, quella relativa all’inquinamento atmosferico nell’area padana, su cui gravano le procedure di infrazione e le sentenze della Corte di Giustizia EU. Il bacino padano si presenta notoriamente come area fortemente pregiudicata per quanto riguarda la qualità dell’aria, in cui la condizione orograficamente ‘chiusa’ accentua le condizioni di criticità che però originano da fonti emissive sulle quali fino ad ora le autorità nazionali, e in particolare le regioni, non hanno attivato misure adeguate a ridurre adeguatamente l’intensità emissiva di territori a forte densità di popolazione e di attività economiche.


Gli sforzi di riduzione dovrebbero infatti focalizzarsi sulle principali fonti emissive, vale a dire la mobilità e i trasporti e l’industria agro-zootecnica, le prime responsabili per oltre il 60% delle emissioni di NOx, gli ossidi di azoto, e la seconda generatrice della totalità delle emissioni di ammoniaca, un inquinante finora poco considerato dai provvedimenti, ma principale precursore della formazione di particolato sottile (PM), le cui emissioni sono strettamente dipendenti dalla densità di animali allevati, che vede la Lombardia ai livelli più alti d’Europa quanto a intensità di allevamento.


“Su queste due priorità vanno focalizzati gli interventi dei piani aria regionali, che devono essere sviluppati in stretta collaborazione con i ministeri, quello dell’Ambiente ma anche quello dell’Agricoltura da cui dipende l’attuazione del piano nazionale della Politica Agricola Comune,” spiega Damiano Di Simine, intervenuto nell’audizione al Senato. “Essendo la qualità dell’aria competenza comune di stato e regioni ci si aspetterebbe da Parlamento e Governo che l’obbligo di adeguare i piani aria sia puntellato da politiche di accompagnamento, che dipendono da programmi e strategie definite a livello nazionale: abbiamo bisogno di piani aria che non siano solo aggiornati ma anche incisivi.”

Le proposte di Legambiente portate in audizione al Senato:

si riequilibri la densità zootecnica nelle regioni del Nord Italia, accompagnando le aziende in un percorso di sostenibilità territoriale

si lavori affinché il fondo nazionale per il TPL in favore delle regioni venga potenziato, non solo per le infrastrutture, ma anche per la spesa corrente del servizio (le città hanno diverse linee di finanziamento per infrastrutture e convogli, che risultano inefficaci senza i fondi per aumentare la frequenza del servizio)

si potenzino le politiche di sostegno alla mobilità attiva (pedonalità, ciclabilità), in particolare per gli spostamenti alla scala urbana, e di conseguenza sia potenziata la intermodalità della ciclabilità con tutte le categorie di trasporto collettivo (TPL, TRM, alta velocità, navigazione)

si eliminino completamente dalla futura pianificazione finanziaria gli incentivi per l’acquisto di automobili endotermiche o ibride, a vantaggio dei soli veicoli elettrici (TPL, logistica, veicoli commerciali e automobili) e in modo da liberare risorse per l’introduzione di regolari incentivi per l’acquisto di biciclette di ogni categoria in regola con il Codice della Strada e relativi accessori

si pianifichino misure strutturali per la riduzione della domanda di mobilità (es. smart working) partendo dalle strutture di servizio pubblico e grandi aziende

la pianificazione delle infrastrutture afferenti alla regione logistica milanese assegni la necessaria priorità al vettore ferroviario e all’intermodalità ferro-gomma, promuovendo anche una razionalizzazione delle imprese di autotrasporto che favorisca l’ammodernamento delle flotte.

Archiviato in:Comunicati Stampa Contrassegnato con: allevamenti, allevamenti intensivi, allevamento, arpa, emergenza smog, Inquinamento, livelli polveri sottili, qualità dell'aria, Regione Lombardia, zootecnia

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