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Il futuro della Lombardia non sia il consumo di suolo: il comitato per la brughiera risponde al viceministro Bignami

16 Marzo 2023 by Legambiente Lombardia

No all’ampliamento dell’aeroporto, serve un modello diverso di sviluppo

Ph. Marco Tessaro

«In una Regione come la Lombardia lo sviluppo non può coincidere sempre e solo con nuovo consumo di suolo». È la risposta della coalizione nata per difendere la brughiera di Malpensa dall’espansione dell’aeroporto a quanto di recente dichiarato sulla stampa dal viceministro alle infrastrutture e ai trasporti Galeazzo Bignami.

Per il rappresentante del Governo, infatti, il precedente Piano nazionale aeroporti (Pna) – redatto su indicazione dell’ex-ministro Enrico Giovannini – non valorizzava in modo sufficiente le aree cargo, necessarie per un vero rafforzamento del trasporto aereo in Italia. Bignami ritiene quindi – come anticipato in più occasioni dal ministro Matteo Salvini e, pochi mesi fa, anche dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni – che l’ampliamento di Malpensa sia urgente e strategico.

«Si tratta di una visione miope  – spiegano le associazioni – La Lombardia è la regione con il più alto consumo di suolo in Italia, come emerso dall’ultimo rapporto Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, l’Ispra. Non solo: secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, la Pianura Padana è anche l’area con il livello di particolato più alto d’Europa. Serve un cambio di paradigma: continuare a cementificare – incentivando peraltro un mezzo di trasporto inquinante come l’aereo – è una mossa perdente».

«Governo e Regione – sottolineano associazioni e comitati – mancano su questi temi di una visione a lungo termine. L’espansione incontrollata degli aeroporti finirà infatti per avere un impatto negativo su salute ed economia: qualità dell’aria, del suolo e dell’acqua ne risentiranno, mentre verranno indeboliti i servizi ecosistemici normalmente garantiti da ecosistemi sani».

«Come se non bastasse, la capacità delle aree verdi di sostenere la biodiversità, assorbire CO2 e contrastare il cambiamento climatico ne uscirà indebolita. Il caso di Malpensa è emblematico: qui l’espansione dell’aeroporto non si tradurrebbe solo in nuova cementificazione, ma intaccherebbe anche un habitat di grande valore. Questa zona presenta infatti caratteristiche uniche, che la rendono differente dalle brughiere tipiche del Nord europa».

Per questo la coalizione ha lanciato una petizione su Change.org, già firmata da oltre 8500 persone, chiedendo più tutele per la biodiversità, l’inclusione della brughiera tra le aree della Rete Natura 2000 e una revisione del Masterplan 2035 dell’aeroporto. La raccolta firme è stata rilanciata lo scorso 25 febbraio, in occasione del convegno La brughiera di Malpensa e Lonate Pozzolo – Un tesoro da custodire, a cui hanno preso parte ospiti internazionali dal mondo della ricerca e dell’ambientalismo e presenziato più di 250 persone. A questo punto la battaglia, secondo la coalizione, è anche culturale: «Nessuna compensazione ambientale o ritorno economico può giustificare la distruzione di un habitat rarissimo a livello non solo italiano, ma europeo – concludono i rappresentanti delle associazioni -, soprattutto quando esistono soluzioni alternative che non consumano altro territorio del Parco del Ticino. La brughiera, con le sue fioriture e i suoi colori, contribuisce al benessere dei cittadini e ospita specie in via d’estinzione, di interesse comunitario. È questa la ricchezza che dovremmo preoccuparci di lasciare alle nuove generazioni».

FIRMA LA PETIZIONE


Comunicato a firma di: Lipu, Fai, Wwf, Italia Nostra Lombardia, Legambiente Lombardia, Life Drylands, Centro Italiano Studi Ornitologici, Ecoistituto della Valle del Ticino, Coordinamento Salviamo il Ticino, Viva via Gaggio.

Archiviato in:Comunicati Stampa Contrassegnato con: aeroporto Malpensa, area cargo, Biodiversità, brughiera, consumo di suolo, FAI, farfalle, LIPU, masterplan Malpensa, specie protette, wwf

Cli.C Bergamo! Un corso per tecnici comunali e professionisti nell’ambito della progettazione urbana per contrastare i cambiamenti climatici

14 Marzo 2023 by Legambiente Lombardia

Cli.C. Bergamo

Corso di formazione gratuito

STRATEGIE PROGETTUALI PER IL CAMBIAMENTO CLIMATICO DELL’AREA VASTA DELLA CITTÀ DI BERGAMO

rivolto ad amministratori, tecnici comunali e liberi professionisti

SALA FERRUCCIO GALMOZZI

VIA TORQUATO TASSO 4, BERGAMO orario dalle 9.30 alle 13.30

ISCRIVITI QUI

Archiviato in:Progetti

Corso di formazione sull’outdoor education per educatori ambientali

9 Marzo 2023 by Legambiente Lombardia

15-16 aprile a Primalpe di Canzo

Che cosa? 2 giorni di formazione in presenza per approfondire il tema dell’outdoor education  e le modalità per utilizzarla in attività di educazione ambientale.

Come aula: il meraviglioso bosco di Primalpe.

Quando? 15 – 16 aprile 2023

Arrivo su a Prim’Alpe: tra le 9.00 e le 11.00
Inizio attività: 11.00 del 15 aprile
Fine attività: 13.00 del 16 aprile (poi si pranza insieme)

Dove? Presso il Centro di Educazione Ambientale Legambiente Primalpe a Canzo.

A chi è rivolto? A tutte le persone (educatori, insegnanti e aspiranti tali) che sono interessate ad approfondire e ad accostarsi alla tematica dell’educazione in Natura – Outdoor Education e di come utilizzarla in attività di educazione ambientale.

Che cosa faremo? Durante il weekend approfondiremo il tema dell’educazione in Natura – Outdoor Education, sperimenteremo metodologie e pratiche innovative per fare educazione ambientale e progetteremo attività che potremo poi realizzare nei nostri territori,.

Un’esperienza formativa per imparare ad affrontare l’Outdoor Education come un processo di apprendimento libero e spontaneo, che parte dall’esplorazione e dalla libera scoperta dell’ambiente. Il pensiero filosofico e pedagogico è quello di John Dewey e del suo principio del “Learning by Doing”, cioè “imparare facendo”. La natura dona libertà, accetta i tempi di tutti e ci invita al rispetto.

Quante cose si possono fare e scoprire nel bosco? Possiamo toccare, guardare, conoscere con l’olfatto e l’udito! L’outdoor education si pone nella direzione di portarci a riscoprire il valore del tempo e della lentezza con uno sguardo sereno e non giudicante. Si entra in contatto con la natura, ci si sofferma, si osserva, si sperimenta spontaneamente e così facendo si esprime il proprio potenziale e si apprende.

Verrà rilasciato un attestato di partecipazione per il Registro degli Educatori Ambientali di Legambiente Scuola Formazione. Le ore riconosciute saranno 11.

Legambiente Scuola e Formazione è un’ associazione professionale riconosciuta con decreto del 31/7/2002 come soggetto qualificato per la formazione del personale docente sulla base del parere espresso dal Comitato Tecnico Nazionale con D.M. 177/2000, art.3 – c.5, Direttiva n.90/2003 (protocollo confermato secondo la direttiva 170/2016).

Contributo per la partecipazione:

  • 35 euro con tessera di Legambiente
  • 70 euro senza tessera di Legambiente

La quota comprende: formazione, pernottamento della notte tra il 15 e il 16 aprile, pranzo e cena del 15 aprile, colazione e pranzo del 16 aprile. Il pagamento potrà avvenire tramite bonifico. Le indicazioni verranno mandate una volta effettuata l’iscrizione. Termine iscrizioni: 31 marzo

ISCRIVITI COMPILANDO QUESTO FORM

COME RAGGIUNGERCI

Per dubbi o curiosità scrivere a scuola.formazione@legambientelombardia.it

Archiviato in:Progetti Contrassegnato con: canzo, corso di formazione, educatrice, EDUCAZIONE AMBIENTALE, formazione, Natura, outdoor education, Primalpe, scuola nel bosco

Incontro sulla criminalità ambientale in Lombardia

9 Marzo 2023 by Legambiente Lombardia

Verso la XXVIII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, appuntamento in Cascina Nascosta venerdì 17 alle 18

Sotto quali forme e in che modo si profila la criminalità ambientale in Lombardia? Si parlerà di tutte le sfaccettature dei reati ambientali nella nostra regione venerdì 17 alle 18 a Milano in Cascina Nascosta. Un dibattito sulle aggressioni delle organizzazioni mafiose e dei colletti bianchi all’ambiente e all’economia green.

In occasione della XXVIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in Ricordo delle Vittime Innocenti delle Mafie che si celebra il 21 marzo. Ospiti Avv. Ilaria Ramoni, esperta di contrasto al crimine organizzato; Thomas Aureliani, ricercatore dell’Università di Milano; Avv. Sergio Cannavò, responsabile del Centro di Azione Giuridica di Legambiente; modera il giornalista di LaPresse Francesco Floris.

Archiviato in:Eventi Contrassegnato con: Cascina Nascosta, criminalità ambientale, ecomafie, mafia, reati ambientali

Nevediversa 2023

7 Marzo 2023 by Legambiente Lombardia

In Lombardia 24 impianti di risalita dismessi, 5 temporaneamente chiusi. Progetti impattanti e situazioni di degrado e abbandono minacciano paesaggi ed ecosistemi già compromessi dal cambiamento climatico

Il cambiamento climatico sta avendo un forte impatto sulle destinazioni turistiche invernali a bassa e media quota. La durata del manto nevoso nell’anno si è accorciata e le temperature medie innalzate, con una prospettiva al 2050 di 3 gradi in più. Nell’inverno 2022-2023 l’aumento più elevato delle temperature medie è stato misurato nei comuni di Aprica e Teglio, entrambi in provincia di Sondrio: ben 3,9 gradi.

Questo quadro spinge le località sciistiche all’utilizzo dei cannoni sparaneve, con costi stimati per l’innevamento di un km di pista che possono raggiungere anche i 45.000 euro a stagione, consumi notevoli di energia e di acqua, perché con un metro cubo d’acqua si producono circa due metri cubi di neve artificiale. Non ultimo ha un impatto ambientale: nei luoghi ad innevamento meccanico è stato riscontrato un ritardo dell’inizio dell’attività vegetativa fino a 20-25 giorni rispetto alla media, a causa della maggior permanenza al suolo delle lenti di neve artificiale, più compatta e pesante di quella naturale.

È quanto emerge dalla pubblicazione del dossier Nevediversa 2023, che illustra le condizioni di impianti da sci dismessi o abbandonati e analizza gli ingenti costi ambientali ed economici per sostentare il comparto sciistico con innevamento artificiale laddove gli effetti del cambiamento climatico sono tangibili nell’assenza di precipitazioni nevose.

«In una regione che conta il 41% della superficie montuosa, i lombardi hanno riscoperto la montagna e gli sport alpini puntando su un turismo lento e rispettoso che, se valorizzato da politiche mirate, può diventare un fattore competitivo per il territorio, soprattutto alla luce della crisi che il comparto sciistico sta vivendo, promuovendo i paesaggi, le risorse culturali, naturalistiche, gastronomiche che rendono inimitabile ogni località alpina – sottolinea Lorenzo Baio, vicedirettore e responsabile settore acqua di Legambiente Lombardia – Lo scenario di inverni sempre più secchi e l’innalzamento delle temperature rendono necessario ripensare il turismo invernale e valorizzare realtà che già da tempo promuovono alternative al costoso e impattante business dello sci da discesa, ponendo un freno all’uso smodato dell’innevamento artificiale e dei bacini e dicendo stop alla proliferazione di impianti all’interno delle aree protette e dei siti Natura 2000».

La mancanza di neve, la contrazione della stagione invernale, i costi sempre più alti per il mantenimento e il rinnovamento delle infrastrutture e la conseguente difficoltà nell’ammortizzare gli investimenti hanno nel tempo causato la chiusura di molti comprensori sciistici, contribuendo ad accentuare il trend di spopolamento delle aree montane. In Lombardia sono 23 gli impianti che risultano dismessi, per assenza cronica di neve, fallimenti, crisi economica, fine “vita tecnica” delle strutture poi non rinnovate e 5 temporaneamente chiusi, ma dal futuro incerto. Queste installazioni spesso lasciano sul territorio ruderi delle stazioni di partenza e arrivo, piloni in cemento armato abbandonati, cavi in acciaio non rimossi, come nel caso per esempio dello skilift sul Monte Poieto, nel Comune di Selvino – Aviatico (BG), dismesso addirittura negli anni ’60, la seggiovia sul Monte Arera nel Comune di Oltre Il Colle – Zambia Alta (BG) chiuso dal 2003, lo skilift sul Monte San Primo nel Comune di Bellagio (CO) fermo dal 2013, la funivia sui Monti Greggio e Sighignola nel Comune di Alta Valle Intelvi (CO) dismesso dal 2007, lo skilift sul Monte Tesoro nel Comune di Carenno (LC), lo skilift sull’Alpe Paglio nel Comune di Casargo (LC), la teleferica in località Entova – Scerscen nel Comune di Chiesa Valmalenco (SO) ferma dagli anni ‘90, gli edifici del villaggio turistico Alpiaz di Montecampione (BS) e il complesso Le Baite Al Plan che versano in stato di degrado da oltre un decennio o l’ex Albergo degli sciatori a Moggio (LC) un eco-mostro costruito nel 1975 e dal 2019 in vendita.
E poi ci sono impianti sottoposti ad “accanimento terapeutico”, come il caso di Caspoggio (SO) tra i 1100 e i 2000 metri di altitudine, chiuso dal 2013 per l’insostenibilità dei costi per l’innevamento artificiale a fronte degli esigui ricavi e a dicembre 2022 interessato dall’approvazione da parte di Regione Lombardia della proposta di valorizzazione della Ski Area Valmalenco, con 680 mila euro proprio per la sostituzione dell’impianto a fune di Caspoggio Sant’Antonio.

Capitolo Olimpiadi Milano-Cortina 2026. A tre anni dall’evento rimangono ancora forti dubbi sulle collocazioni di molte delle strutture e aumenta il rischio che, per rispettare i tempi la realizzazione di tali impianti e infrastrutture, si porteranno avanti “procedure accelerate”, sacrificando così le necessarie valutazioni sugli impatti ambientali e sanitari. Inoltre, con il decreto-legge “Aiuti bis” il Governo Meloni ha stanziato ulteriori 400 milioni di euro rispetto alle spese già previste, segnale che conferma come da Giochi invernali “low-cost” come si era promesso si è passati a Giochi invernali sempre più costosi, che attingono da risorse pubbliche. «Si stima quindi il superamento della soglia dei 4 miliardi complessivi entro l’inizio della manifestazione, per la costruzione di opere dalla dubbia utilità per il rilancio di alcune località montane più piccole, lasciando un’eredità di cattedrali nel deserto» aggiunge Lorenzo Baio.

LEGGI IL DOSSIER COMPLETO

Il dossier Nevediversa ha anche il compito di raccontare storie di riconversione e buone pratiche di un turismo soft e più sostenibile. Tra le iniziative segnalate spiccano lo smantellamento della seggiovia biposto Scanapà a Castione della Presolana (BG) e i Piani di Artavaggio, Moggio (LC), dove nel 2007 l’amministrazione comunale acquistò la proprietà degli impianti abbandonati negli anni 2000 per mancanza di neve, riattivò la funivia, ma fece smantellare i vecchi impianti in quota. Da allora sono aumentati gli sciatori con le pelli di foca e i ciaspolatori in inverno, i camminatori e i mountain biker d’estate.

Su una proposta diversificata e resiliente di approccio all’ambiente montano lavora anche il progetto europeo “Beyond Snow”, co-finanziato dall’Unione Europea tramite il programma Interreg Alpine Space, di cui Legambiente Lombardia è uno dei partner territoriali. Il progetto mira a coinvolgere le comunità locali in un modello turistico alternativo, pronto ad affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici e capace di aiutare le località turistiche montane a superare la propria dipendenza dalla neve e che possa generare benessere economico e sociale e che sia anche rispettoso dell’ambiente e delle caratteristiche del delicato territorio montano.

È, però, fondamentale stimolare un cambiamento di stile del turismo invernale anche nei fruitori che provengono dalle città. Questo è l’obiettivo della campagna Nevediversa di Legambiente, che ogni anno organizza appuntamenti come ciaspolate, passeggiate e incontri per promuovere un turismo lento e sostenibile che, se valorizzato da politiche mirate, può diventare un fattore competitivo per il territorio. Venerdì 10 marzo a Lecco presentazione del libro “Inverno liquido” alle 20.45 nella sala Don Ticozzi in via Ongania 4, promossa dal CAI in collaborazione con Legambiente e WWF. Domenica 12 marzo ai Piani di Artavaggio una passeggiata promossa dai circoli di Legambiente Lario Orientale e Lecco, con ritrovo alle ore 10.50 a Moggio e pranzo in rifugio.

 

Archiviato in:Dossier Contrassegnato con: degrado, impianti da sci, montagna, neve, turismo invernale

Con il progetto WASQ alla scoperta delle piante aromatiche

6 Marzo 2023 by Legambiente Lombardia

Arca Milano, 13 marzo dalle 18

WASQ, acronimo di Workshop, Ambiente, Spettacolo e Quartiere, è un vero e proprio festival diffuso sul territorio e nel tempo, che ha l’obiettivo di valorizzare e promuovere i quartieri Barona, Abbiategrasso, Stadera, Chiesa Rossa e San Cristoforo, portando e riportando le persone a vivere e ad animare queste zone della città. Il progetto intende fare in modo che le persone, cittadini, milanesi e tutti coloro che vivono la città, possano incontrarsi, confrontarsi, condividere idee, riflessioni e cultura sui temi dell’acqua, dell’ambiente e degli stili di vita sostenibili. Il progetto di Fondazione CAP in partnership con Arca Milano, Teatro Menotti, Legambiente Lombardia e Super, il festival delle periferie, con il supporto di Fondazione Comunità Milano e il sostegno di Gruppo CAP gode del patrocinio del Municipio 6 della città di Milano.

Tutte le iniziative saranno a partecipazione libera e ingresso gratuito e si svolgeranno da febbraio a dicembre 2023.

SCOPRI IL PROGRAMMA COMPLETO


Corso di orticoltura di base tenuto da Legambiente Lombardia

1° lezione giovedì 2 marzo ore 18.00 – 19.30

L’orto sul balcone si può fare! Anche spazi piccoli e ombreggiati possono regalare raccolti e sapori inaspettati.L’importante è conoscere i principi base dell’orticoltura e scegliere l’ortaggio giusto al posto giusto! Impareremo a valorizzare la plastica di scarto per realizzare semenzai domestici!

Materiali consigliati: guanti personali e un contenitore di plastica da recupero (es. vasetto yogurt, contenitore trasparente verdure, ecc….)

2° lezione lunedì  13 marzo ore 18.00 -19.30

Il mondo delle aromatiche. Impariamo a riconoscerle dagli specifici aromi anche a occhi chiusi… Coltivarle in piena terra o sul balcone? Quanto innaffiare? Che tipo di substrato va usato? Quali sono le malattie e i parassiti in città? Come ottenere raccolti abbondanti di basilico e prezzemolo da conservare per tutto l’inverno?

Il corso è gratuito, ma aperto a un massimo di 18 persone.
Per informazioni aggiuntive: Jacopo Bertin – jacopo.bertin@legambientelombardia.it

Archiviato in:Eventi, Progetti Contrassegnato con: Abbiategrasso, Ambiente, Arca Milano, Barona, Chiesa Rossa, comunità, festival, Fondazione CAP, Gruppo CAP, incontri, Milano, San Cristoforo, sostenibilità, Stadera, Teatro Menotti, workshop

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