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Rapporto Pendolaria 2022

8 Febbraio 2022 by Legambiente Lombardia

In Lombardia occorre uscire dalla crisi pandemica con infrastrutture ed esercizio del trasporto pubblico all’altezza di una grande area metropolitana europea

Il rapporto Pendolaria 2022 di Legambiente rileva una situazione del TPL italiano generalmente insufficiente, in cui i numeri lombardi possono apparire consolatori, ma purtroppo non lo sono affatto se si parte dalla dimensione metropolitana della Lombardia, che come tale deve competere con le altre grandi aree metropolitane europee di dimensioni simili.

Ad essere insoddisfacente è anche la prestazione in termini di esercizio, al centro delle contestazioni dei comitati pendolari a causa di soppressioni e ritardi e frequenze insufficienti, oltre alla scarsa integrazione delle diverse modalità necessarie a completare gli spostamenti di milioni di utenti: il trasporto ferroviario è parte di un sistema che fatica a integrarsi con autolinee regionali, trasporto pubblico urbano e metropolitano, smart mobility, ciclabilità e parcheggi di interscambio.

La riduzione della congestione stradale e dei costi del sistema è una priorità: entrambi i fenomeni sono legati a doppio filo ad un livello eccessivo di motorizzazione privata: costi che necessariamente includono la maggiore incidentalità e le emissioni inquinanti.

“In una grande metropoli europea il trasporto pubblico è una potente infrastruttura di sviluppo da cui dipende il benessere dei residenti e la qualità insediativa e l’attrattività per cittadini e imprese. Se a questo dato si aggiunge il contributo che un TPL a emissioni ridotte o nulle può dare alle grandi sfide climatiche e ambientali, si comprende per quale ragione dotare la Lombardia di una rete e di un servizio di trasporto pubblico efficiente, capillare e integrato costituisca una sfida indifferibile e urgente, su cui allocare in modo efficace e tempestivo le risorse regionali e quelle del PNRR.” dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia

La pandemia pesa ancora molto sull’offerta dal TPL in Lombardia e sul funzionamento del servizio, che vede una dimensione dell’utenza più che dimezzata rispetto al dato pre-pandemico. Per Legambiente questo non può giustificare ritardi negli investimenti che guardino alla – speriamo imminente – fase di ripresa: anche in questa fase di riduzione della domanda e dei problemi legati all’affollamento, il sistema ferroviario regionale appare ‘stressato’ e ben lontano dal raggiungimento di quegli obiettivi di miglioramento dell’offerta di servizi e di riduzione del traffico stradale che il Piano Regionale per la Mobilità e i Trasporti aveva indicato per il 2020.

Gli investimenti sia regionali sia dal PNRR non riescono però a raggiungere le linee che più hanno necessità di ammodernamento, drenando invece molte risorse per opere poco incisive sugli spostamenti dei pendolari lombardi, a partire dal completamento dell’Alta Velocità Brescia-Verona-Vicenza-Padova, che difficilmente migliorerà le prestazioni del trasporto regionale lungo la direttrice storica su cui viaggiano i treni regionali.

Di fronte all’obiettivo di elettrificare i trasporti, è deludente che in una regione in cui ci sono ancora ben 263 km di linee non elettrificate rimangano senza fondi linee come la Brescia- Parma e la Monza-Lecco in cui continuano a viaggiare treni diesel.

Legambiente Lombardia è poi molto critica sulla sperimentazione dell’idrogeno per la linea Brescia-Iseo-Edolo. “L’uso dell’idrogeno al posto del diesel, per far viaggiare treni estremamente costosi e di prestazioni inadeguate alle caratteristiche della linea che attraversa Franciacorta, Sebino e Valcamonica, non risponde alle esigenze del territorio, e per di più rischia di produrre un peggioramento del servizio offerto ai viaggiatori, che potrebbe invece migliorare, a costi minori e con meno sprechi energetici, ricorrendo all’elettrificazione: si prevede infatti di ottenere l’idrogeno inizialmente da fonti fossili e, a regime, dall’elettricità, ma a costo di un consumo di energia necessaria più che doppio rispetto a quello richiesto dalla trazione elettrica a parità di prestazioni”, continua Barbara Meggetto.

Per Legambiente è invece necessario accelerare gli investimenti sulle linee di forza dei collegamenti metropolitani, in particolare su quelle che soffrono la congestione legata alla compresenza di traffico merci e lunghe percorrenze, come la Milano-Gallarate, la Monza-Chiasso, la Milano-Pavia e la Milano-Piacenza, così da permettere il necessario aumento di frequenza delle corse su collegamenti che riguardano decine di migliaia di pendolari.

Nessuno deve restare indietro, in particolare su quelle linee a singolo binario che da troppo tempo attendono di poter avere collegamenti più rapidi e funzionali, a partire dalla Milano-Mortara, la Codogno-Mantova e la Lecco-Sondrio. Occorre inoltre sviluppare al più presto un modello di esercizio, insieme agli adeguamenti dell’infrastruttura, per le linee pedemontane che devono poter svolgere un servizio utile per la conurbazione che si estende senza interruzione dall’Alto Milanese e da Varese fino a Brescia passando da Bergamo dopo aver toccato Saronno, Seregno, Como e Lecco: un’area ad altissima densità di imprese in cui vivono milioni di lombardi, che non richiede solo collegamenti verso Milano, ma anche connessioni trasversali con i maggiori capoluoghi. Investimenti che devono essere affiancati da un’attenzione all’intermodalità, perché è importante anche il modo e la facilità con cui gli utenti raggiungono i treni: per questo occorre che le stazioni siano attrezzate per l’interscambio con la mobilità individuale, privilegiando ciclabilità e micromobilità, e che i treni contemplino spazi per il trasporto di biciclette e monopattini.

Luci ed ombre dalle città

SCARICA QUI LA SCHEDA DI MILANO

Como

La nuova stazione di Como Camerlata, aperta un anno fa, versa in pessime condizioni per sporcizia, incuria. In ogni caso sono rimasto allibito circa la mancanza di informazioni, sporcizia e inefficienza con servizi inesistenti o non funzionanti come nel caso degli ascensori. Inesistenti anche le informazioni sugli orari dei treni e per cambiare binario.

Lecco

Attivato a Lecco il servizio Ti porto io, un abbonamento gratuito per usufruire, solo nel territorio comunale, per i giovani under 19. Il progetto nasce in collaborazione con il Comune di Lecco e Linee Lecco per favorire lo spostamento sicuro e sostenibile degli studenti e dei giovani in generale.  

Durante le feste natalizie, il Comune di Lecco ha sperimentato anche un servizio a chiamata fuori dagli orari di punta e con mezzi più piccoli. L’intento della sperimentazione era quello di intercettare un nuovo target di utenze tra i giovani e gli anziani che si spostano per lo sport, il tempo libero, esigenze quotidiane e lo shoppig. Sperimentazione che potrebbe riattivarsi a breve.

Monza

Nell’ultimo anno c’è stato un incremento positivo dei servizi di mobilità condivisa con 7 auto di car-sharing, 60 bici in condivisione, 400 monopattini. Un peccato che per altre azioni verso l’intermodalità tra diverse opzioni, sia rimandata: del PUMS non si sa ancora nulla, e alcune piste ciclabili promesse sono state nuovamente bloccate.

Bergamo

Dalla creazione di una fitta rete di corsie ciclabili, utili a “marcare” sulla strada lo spazio di rispetto e tutela del ciclista all’attivazione della velostazione, a pochi metri dall’ingresso della stazione dei treni, al rilancio del LaBigi, il servizio comunale di BikeSharing che passa da 23 a 60 postazioni per il ritiro e la riconsegna dei mezzi, integrando stazioni fisse e stazioni virtuali. 350 le biciclette condivise: un numero più che triplicato rispetto al servizio esistente a cui si aggiungeranno altre 20 biciclette a pedalata assistita utilizzabili prevalentemente sul tragitto centro-Bergamo Alta. Attivazione del servizio di sharing dei monopattini e investimenti importanti sulla flotta dei bus con l’obiettivo di arrivare al 2025 con una flotta di quasi 200 mezzi integralmente diesel-free e a basse emissioni.

Brescia

Il Comune di Brescia ha previsto la realizzazione di una rete tramviaria basata su due linee (T2 e T3). La linea T2 (Pendolina – Fiera), candidata nell’ambito dell’ultimo avviso del Ministero per il trasporto rapido di massa, ha ottenuto nell’istruttoria ministeriale il punteggio più elevato ed è  risultata assegnataria di un finanziamento di 359 mln € (su un investimento complessivo di 363 mln €). Nel biennio 2022-2023 andrà completata la progettazione dell’opera, la cui entrata in servizio è prevista per l’inizio del 2029. Il tracciato si svilupperà per circa il 70% degli 11,7 km complessivi in sede propria e andrà a servire l’Oltremella e la zona sud-ovest, connettendo il quartiere fieristico-sportivo, sito nei pressi del casello autostradale di Brescia ovest, intercettando la metro nel nodo della Stazione ferroviaria (ove ferma anche l’alta velocità) e in quello di San Faustino (porta di accesso al colle Cidneo e al Castello di Brescia).

Lodi

Il Comune di Lodi non ha ancora ordinato i 10 autobus elettrici previsti nello staziamento di 5,5 milioni di euro assegnati dal governo nel 2019. Sarebbero stati molto utili in questo anno scolastico per portare gli studenti nelle scuole di Lodi, garantendo distanziamento, sicurezza e zero inquinamento in una delle città più inquinate della pianura Padana.

E’un esempio invece il piccolo Comune di Turano Lodigiano che ha costituito a novembre una delle prime Comunità Energetiche Rinnovabili d’Italia e, insieme alle scuole e i servizi comunali, gli abitanti e la parrocchia, alimenta con i pannelli solari comunitari anche la colonnina di ricarica per un’auto elettrica in condivisione: il car sharing di E-vai è così a disposizione degli uffici comunali e di tutti gli abitanti.

Mantova 

In città, per aiutare residenti e turisti, riattivato, dopo l’emergenza Covid, il servizio di navette gratuite tra i grandi parcheggi di interscambio, a nord e a sud della città. Una navetta è dedicata ai portatori di disabilità. Il percorso prevede fermate intermedie così da facilitare la visita della città lasciando le auto fuori dal centro storico. La frequenza è prevista ogni 10/15 minuti.

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Enjoy Brianza: corso di formazione per tecnici ambientali

7 Febbraio 2022 by Legambiente Lombardia

Il Capitale Naturale, strumenti gestione e tutela.

Obiettivi
Le aree verdi, sia quelle protette che quelle urbane, possono offrire molti servizi e generare diversi benefici per le comunità locali: sono alleate nel contrasto agli impatti dei cambia-menti climatici, migliorano la qualità dell’aria, offrono spazi per il tempo libero e la socialità. Incrementare o preservare la biodiversità negli ambiti urbani e peri-urbani permette quindi di migliorare la qualità di vita dei cittadini e di generare valore economico. Il corso di forma-zione, promosso nell’ambito del progetto “Enjoy Brianza Reload”, intende quindi fornire ad amministratori e tecnici comunali e professionisti dell’area del Fiume Lambro indicazioni per una pianificazione, progettazione e gestione delle aree verdi pubbliche che, attraverso un approccio multi-disciplinare, sappia raggiungere insieme obiettivi di sostenibilità ambien-tale, sociale ed economica. 

Destinatari
 Il corso è rivolto ad amministratori e tecnici comunali e professionisti che operano nel terri-torio del Sottobacino del Lambro settentrionale. 
(N. partecipanti: max 100) 
L’evento partecipa al programma di formazione professionale continua di 
• Dottori Agronomi e Dottori Forestali – 1,25 CFP (con riferimento al Regolamento CONAF n. 3/2013) 
• Geometri e Geometri Laureati Monza e Brianza – 12 CFP 
• Architetti – 10 CFP (con almeno l’80% di frequenza) 

Dove e quando
La formazione online (tramite piattaforma zoom) sarà alternata a visite guidate sul campo (vedere programma per dettagli). Il corso si svolgerà nei mesi di febbraio – marzo 2022 (vedi programma per i dettagli) 
4 lezioni da 2,5 ore ciascuna – tot. 10 ore 

Info
Agenzia InnovA21 – tel. 0362/546210 – mail: info@agenziainnova21.org 

SCARICA IL PROGRAMMA DETTAGLIATO DEGLI INCONTRI

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Flash mob #CleanCities di Legambiente e Cittadini per l’Aria

4 Febbraio 2022 by Legambiente Lombardia

“La riprogettazione dello spazio pubblico è la chiave per la transizione ecologica nelle città”

Verso la prima edizione della Giornata Nazionale delle Strade Scolastiche: cinque classi dell’IC Ciresola e del Liceo Carducci hanno occupato simbolicamente via Beroldo, una strada attigua agli istituti che studenti, dirigenti scolastici e genitori vorrebbero finalmente chiusa al traffico.

Milano, 4 febbraio 2022

Bambine, ragazze, giovani liceali, docenti, dirigenti scolastici, attivisti: Tutti giù per strada! È un successo il flash mob di Legambiente e Cittadini per l’Aria a Milano, prima tappa italiana della campagna CleanCities.

La scuola primaria e secondaria Ciresola, l’asilo nido di Via Beroldo e il liceo classico Carducci hanno aderito all’appello di Legambiente Lombardia, che in collaborazione con Cittadini per l’Aria, entrambi partner della campagna CleanCities, hanno coinvolto la comunità scolastica in un primo evento per chiedere strade scolastiche e un’ambiente più sano e sicuro.

“La strada è tracciata e porta a una scuola diversa, più sostenibile e integrata nella vita di quartiere, meno assediata da inquinamento, rumore e pericolo,” afferma Federico Del Prete, responsabile mobilità e spazio pubblico di Legambiente Lombardia. “A maggio, in occasione della prima edizione della Giornata Nazionale delle Strade Scolastiche, Legambiente chiuderà per un giorno Via Beroldo, ridisegnando lo spazio e lasciando agli studenti e agli alunni la programmazione di attività che coinvolgeranno tutta la cittadinanza. Gli istituti adiacenti al Viale Brianza aprono a una riflessione su tutte le scuole milanesi: a quando un piano concreto di strade scolastiche?”

Il polo di Viale Brianza da tempo ormai è al centro dell’attenzione dei milanesi per l’insostenibile situazione di pericolosità e di esposizione all’inquinamento, che ha già portato genitori e studenti a protestare in diverse occasioni per richiamare l’attenzione del Comune di Milano e spingerlo a intervenire drasticamente.

Cantando il ritornello di “Giro giro tondo / è inquinato il mondo / la città è intasata / Tutti giù per strada!” gli alunni e studenti hanno sfilato con i cartelli colorati realizzati da Cittadini per l’Aria, in cui sono indicate le concentrazioni di biossido di azoto misurate davanti a scuole e asili di Milano.

Al termine del flash mob la stampa ha incontrato i dirigenti scolastici e le associazioni, insieme al presidente della commissione ambiente del Comune di Milano, Carlo Monguzzi.

“La riprogettazione dello spazio pubblico è la chiave per la transizione ecologica nelle città,” continua Federico Del Prete, “Iniziare dalle strade scolastiche è un obiettivo strategico quanto urgente, perché interviene sia sulle giovani generazioni sia sulle famiglie. Milano deve dimostrare di saper conservare la sua immagine di sostenibilità, consolidando e diffondendo pratiche finora poco efficaci alla luce dei fatti. La moderazione del traffico motorizzato è un vantaggio per tutti.”

Petizione on line “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!” per chiedere al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog, a partire dagli interventi sulla mobilità e l’uso dello spazio pubblico e della strada. Firmala anche tu >> https://attivati.legambiente.it/malaria

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Mobilità sostenibile a Milano: presentati gli obiettivi al 2030 di Legambiente/CleanCities Campaign

4 Febbraio 2022 by Legambiente Lombardia

Milano è sulla strada giusta, ma ancora non ci siamo su ciclabili, Città 30km/h, sicurezza stradale, inquinamento e clima

Presentata oggi a Milano negli uffici dell’Assessorato alla Mobilità di Milano la scheda di valutazione della mobilità urbana alla presenza dell’Assessora Arianna Censi, della presidente di Legambiente Lombardia Barbara Meggetto, del responsabile mobilità e spazio pubblico Federico Del Prete e di Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile nazionale di Legambiente. 

Lo Stress Test Mobilità di CleanCities Campaign ha rivelato come Milano abbia un tasso di motorizzazione privata in calo, nonostante gli incentivi statali e regionali all’acquisto di nuove automobili, un dato che però non si traduce ancora in sicurezza stradale: il numero di morti e feriti sulle strade comunali è ancora troppo alto. Milano Città 30 Km/h è quindi un obiettivo da raggiungere al più presto, restituendo ai cittadini forme alternative di mobilità: sempre più percorsi ciclabili, veicoli condivisi, logistica urbana con veicoli leggeri a zero emissioni; meno deroghe per AreaB e AreaC, meno possibilità di ingresso e sosta illegale per i city users, rivedere la sosta su strada a favore di tutte le categorie di veicoli. L’offerta di trasporto pubblico locale è buona, soprattutto se confrontata con le altre città italiane, meno se il confronto avviene con le città europee. 

“Il quadro che emerge è di una città che negli anni ha perseguito la strada verso una mobilità urbana più sostenibile ma dove rimangano ancora margini di miglioramento molto ampi,” dichiarano da Legambiente. “Milano se vuole rimanere a buon diritto tra le città europee che maggiormente avanzano verso la tutela della salute deve saper sfruttare questo momento e adottare misure che permettano di liberare lo spazio della città a favore di altri stili di vita, a partire dagli orari della città e dalle modalità di lavoro. Più vero smart working, meno auto in città e più mobilità attiva. E diminuire l’inquinamento atmosferico”. 

COMMENTO ALLA SCHEDA

MILANO VERSO IL 2030 – PER UNA MOBILITA’ A ZERO EMISSIONI

Scarica la scheda in formato PDF 

Il tasso di motorizzazione in calo, anche nel 2020, nonostante i bonus auto nuove elargiti non solo dallo Stato ma anche dalla Regione e dallo stesso comune per auto non elettriche.

Entro il 2030 Milano deve dimezzare morti e feriti a causa di incidenti stradali, come la gran parte degli altri comuni italiani. (Fonte dati: ACI, Istat 2020)

Fortemente critico l’inquinamento atmosferico nelle centraline che misurano l’inquinamento urbano (quindi soprattutto traffico e riscaldamento) alla luce dei nuovi valori limite OMS (e prossimamente anche europei). Il PM10 dovrà essere ridotto del 52% entro il 2030, ma soprattutto il PM 2,5 del 76% e gli ossidi d’azoto (NO2) del 74% (Fonte dati: Agenzie Regionali, elaborazione Malaria – Legambiente 2021).  Sempre più frequenti le ricerche che correlano la morbilità da coronavirus con l’esposizione all’inquinamento: secondo“Giovanni Veronesi e a., Occupational and Environmental Medicine, 2022” su 62 mila abitanti a Varese, “per ogni 1µg/mc in più di PM2.5 si è notato un aumento del 5,1% in più del tasso di casi da Covid 19, pari a 294 casi aggiuntivi ogni 100mila persone/anno”.

Buona l’offerta di trasporto rapido di massa nella città di Milano, eccellente il servizio di metropolitane per la città, margini di miglioramento e potenziamento soprattutto per la Città metropolitana e la provincia, dove risiede il 60% della popolazione. Milano ha la metà dei tram in circolazione nelle città italiane, con una età media di 12,8 anni, meno della media italiana. Ma se il confronto si fa con l’Europa, Milano può migliorare sia l’offerta ferroviaria che quella tranviaria. (Fonte dati: Pendolaria Legambiente 2022).

Si può fare meglio e di più, ma l’impulso negli ultimi anni alla realizzazione di nuovi percorsi ciclabili (tra questi 40 km in aree verdi e 66 km corsie in alcuni casi provvisorie) sta segnando – più dei bonus acquisto – la crescita nell’uso non solo delle bici di proprietà, ma anche dei servizi di sharing mobility con monopattini e biciclette, catturando anche in questi anni di pandemia, una quota di utenti che hanno abbandonato il mezzo pubblico (Fonte dati: Ecosistema Urbano 2020).

Milano è indietro per km di strade a velocità calmierate, misura indispensabile non solo per incentivare la mobilità ciclopedonale, ma anche e soprattutto per ridurre la gravità degli incidenti stradali. Si possono annoverare 30 piazze ridisegnate, incroci con riduzione parcheggi e di careggiate stradali e alcune zone scolastiche, verso la “città 15 minuti” e alcune zone scolastiche: mancano ancora da realizzare altri 1.400 km (obiettivo 80% strade cittadine) di strade a velocità moderata per diventare una “città 30” (Fonte dati: Ecosistema Urbano 2020).

Ottima, rispetto a tutte le altre città italiane, l’offerta di mezzi pubblici (86 km*vetture/ab, seguono Genova, Cagliari e Bologna con 42-44). Certo, se il confronto si fa Europeo l’offerta potrebbe ancora crescere, soprattutto nell’hinterland.  Ottima l’offerta di TPL elettrico rinnovabile, già al 75%, con un preciso piano per arrivare al 100% bus elettrici entro il 2030. 

A livello europeo anche le proposte di sharing mobility, all’80% elettrico: entro un paio d’anni ci si augura che anche l’offerta del servizio di car sharing venga completamente elettrificato (Fonte dati: Ecosistema Urbano 2020 e CittaMEZ 2021).

La nuova AreaB, area Low Emission Zone, a circolazione consentita ai veicoli meno inquinanti (per ora limitata agli Euro4 diesel non dotati di filtro antiparticolato efficaci, come prescrive la Regione Lombardia) è estesa ormai alla quasi totalità dell’abitato. Importanti licenze ad inquinare a causa dei permessi concessi dalla regione, soprattutto per i veicoli commerciali, riducono l’efficacia delle misure. 

L’AreaC di Milano (area “congestion charge” centrale con ingresso a pedaggio a 5 € giorno, con unica eccezione a veicoli elettrici a batteria) ha appena compiuto 10 anni dalla sua inaugurazione dopo un referendum cittadino: – 38,5% di ingressi nel 2021 e una riduzione stimata di 3 o 4 volte delle emissioni inquinanti da traffico.

La velocità lungo le tangenziali è già limitata a 90 km/h per tutti i mezzi, anche se non sempre rispettata.

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Dossier Mal’aria 2022

3 Febbraio 2022 by Legambiente Lombardia

Per rientrare nei parametri dell’OMS le città dovrebbero ridurre mediamente del 33% le attuali concentrazioni di PM10. A Milano già oltre i 25 giorni su 35 di superamento

Smog in Lombardia

Un gennaio grigio smog, quello appena trascorso, con il vento arrivato in modo provvidenziale a ripulire l’aria trattenendo, per il prossimo futuro, l’ultimo scampolo di giornate di sforamento dei parametri europei. Troppo poco per affrontare un intero anno all’insegna dell’inquinamento.

“Se è vero che, guardando ai trend di lungo periodo, nei decenni abbiamo assistito ad un indiscutibile miglioramento della qualità dell’aria respirata dai cittadini lombardi, – chiosa Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – è anche vero che il miglioramento non scalza il primato negativo che la Lombardia, e in generale, la Pianura Padana, detengono rispetto al resto d’Europa. Basta un’annata con condizioni atmosferiche come quelle vissute a gennaio e a vanificare ogni passo in avanti. Forse di passi, ne servono molti e molti di più”.

Nel mese di gennaio, i dati relativi all’inquinamento da polveri sottili misurati nei capoluoghi lombardi si pongono in decisa controtendenza rispetto al 2021: il mese di gennaio 2022 ha presentato, complessivamente, un conto dell’inquinamento che fa segnare rispetto all’anno precedente un peggioramento severo, di oltre il 35% come media riferita alle concentrazioni misurate nei capoluoghi di provincia nel loro complesso, con dati particolarmente negativi nelle città di Monza e Milano, seguite dalle città della bassa pianura. Solo Sondrio, Varese e Lecco sono riuscite a mantenere un dato medio di qualità dell’aria all’interno dei valori richiesti dalle norme europee (40 microgrammi/mc), ma comunque molto superiore alla raccomandazione OMS (15 microgrammi/mc).

Il fenomeno di accumulo delle polveri sottili è stato preoccupante anche come durata, soprattutto a Monza e Milano, dove nell’arco di un solo mese sono stati ‘consumati’, rispettivamente, ben 23 e 25 dei 35 giorni annui in cui le norme europee consentono di eccedere la soglia limite per la salute, costituita dalla concentrazione di 50 microgrammi di PM10 per metro cubo di aria.

“I polmoni dei lombardi, proprio durante il picco dei contagi COVID, sono stati messi a dura prova dallo smog – dichiara Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia – con una Regione che ha assistito impotente alla crescita degli inquinanti, attivando misure di contenimento inefficaci presenti nel Protocollo firmato dalle Regioni del Nord, che però si sono rivelate tardive e a macchia di leopardo. Le limitazioni a traffico e sistemi di riscaldamento sono necessarie per cercare di limitare i danni dello smog alla salute, ma devono essere attivate in modo tempestivo, con una comunicazione istituzionale adeguata e mobilitando le polizie locali per prevenzione e controlli.”

Appare evidente che anche di fronte alla revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria, che avrà parametri più vicini a quelli dell’OMS, occorra mettere in campo azioni trasversali a tutti i settori della vita quotidiana per rientrare in tabelle più stringenti, in particolare nei settori che maggiormente contribuiscono allo smog con le loro emissioni: motori diesel, allevamenti intensivi e combustione di biomasse.

Per raggiungere gli obiettivi raccomandati dall’OMS, Milano dovrebbe ridurre le concentrazioni annuali di PM10 del 50%, così come Brescia, Lodi, Mantova e Cremona.

Per il PM2,5, particolato più fine che maggiormente desta preoccupazione per la salute, l’obiettivo di riduzione per città come Milano e Cremona dovrebbe essere addirittura tra il 75 e 80% su base annua.

Stessa sorte per il biossido di azoto, NO2, con una riduzione ipotizzata al 74% per Milano, seguite da Como, Bergamo, Pavia e Monza che dovranno ridurre le concentrazioni annuali del 68%.

La strada da fare per mettere fuori legge i veicoli inquinanti, riqualificare il patrimonio edilizio e renderlo meno inquinante, vietare lo spandimento invernale di liquami sui campi, ridurre il numero di capi allevati e ridurre il traffico automobilistico e congestione stradale nelle città è ancora tanta, e gli obiettivi di buona qualità dell’aria sono ancora lontani, ma non impossibile da raggiungere.

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Smog: 20 giorni senza aria pulita in Lombardia e far finta di non accorgersene

27 Gennaio 2022 by Legambiente Lombardia

Legambiente: “Nelle città lombarde continuano a circolare anche i diesel più inquinanti a fronte di controlli antismog quasi inesistenti. Le misure di secondo livello attive solo a Mantova e Pavia. Inconcepibile!”

Smog in Lombardia

Tempi duri per i cittadini lombardi: non solo il picco epidemico di COVID, ma anche le PM10, a livelli altissimi ormai da 20 giorni, colpiscono bronchi e polmoni della stragrande maggioranza dei cittadini della Lombardia. Uno stato di crisi ambientale che, senza interruzione, affligge i capoluoghi di Milano, Cremona e Monza dall’8 gennaio scorso, e che progressivamente si è esteso al resto della pianura e nelle valli lombarde, dove ormai da oltre 10 giorni le concentrazioni di polveri sottili superano i 50 microgrammi/mc, la soglia massima tollerata dalle norme europee per gli episodi acuti di inquinamento.

Eppure, secondo il macchinoso algoritmo sviluppato da Regione Lombardia per decidere l’entrata in vigore delle misure di limitazione del traffico e delle altre fonti di inquinamento, l’emergenza  non c’è: a differenza di Emilia Romagna e Veneto, le misure attivate sono solo quelle di I livello. Si chiede ai cittadini di abbassare i termostati del riscaldamento domestico e di spegnere il motore in caso di sosta. Le misure di secondo livello, quelle che fermano i veicoli commerciali più inquinanti (i veicoli commerciali diesel Euro 4) e impongono una intensificazione delle attività di controllo, sono attive solo nelle province di Mantova e Pavia, non in quelle della popolosa fascia centrale della Lombardia, la più inquinata secondo i dati diligentemente divulgati da ARPA Lombardia. Evidentemente si continua a confidare che le brezze attese per i prossimi giorni siano sufficienti a portare un temporaneo sollievo ai polmoni lombardi.

“Stiamo vivendo uno dei più lunghi e opprimenti periodi di smog degli ultimi anni, eppure il silenzio delle istituzioni è assordante, a tutti i livelli. Come se si desse per scontato che, per uscire da questa situazione, solo pioggia e vento possono salvarci. Palazzo Lombardia si astiene dall’attivare misure efficaci per tentare di ridurre le emissioni che sono la causa dell’accumulo di inquinanti nell’aria invernale. E i sindaci, a cui spetta anche il compito di tutelare la salute dei cittadini, dato il periodo complicato causato dalla pandemia, aspettano silenziosi che il tempo cambi. Mai come in questo momento è evidente che le misure da mettere in campo devono essere trasversali se vogliamo tenere sotto controllo l’inquinamento atmosferico prima di arrivare al limite della sopportazione umana” commenta amaramente Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia

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