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Lotta adulticida alle zanzare: impatto sanitario e ambientale

21 Marzo 2022 by Legambiente Lombardia

Legambiente e ISDE Italia Associazione Medici per l’Ambiente stilano un decalogo sull’uso consapevole dei prodotti contro il proliferare delle zanzare

La contaminazione da pesticidi è una delle cause della perdita di biodiversità, che è un fattore della salute umana. Gli insetticidi ad azione adulticida non sono selettivi, ma agiscono a largo spettro, per cui risultano altamente tossici per le popolazioni di api e in generale per gli altri insetti impollinatori presenti nell’ambiente urbano, riducendo drasticamente i predatori naturali delle zanzare (rondini, pipistrelli, uccelli insettivori, libellule, gechi, lucertole, rane e rospi), con il paradossale risultato di avere, anche a breve, una popolazione sempre più abbondante proprio di quell’insetto, la zanzara. Sono inoltre particolarmente nocivi per gli animali domestici, nei quali potrebbero apparire segni di intossicazione acuta. 

La lotta alle zanzare si fa innanzitutto con misure di prevenzione:
– eliminando tutti i ristagni d’acqua, anche i più piccoli, delle dimensioni di un sottovaso, dove le zanzare si ri-producono
– trattando caditoie e tombini con prodotti larvicidi e coprendoli con rete zanzariera
– i trattamenti adulticidi possono essere realizzati solo in presenza di emergenze o rischi sanitari
– non compete ai condòmini né agli amministratori condominiali di sostituirsi alle autorità sanitarie 

SCARICA IL DOCUMENTO COMPLETO

Archiviato in:Comunicati Stampa Contrassegnato con: disinfestazione, intossicazione, larvicida, pesticidi, zanzare

Crisi energetica: 10 proposte su rinnovabili ed efficienza per liberare l’Italia dalla dipendenza del gas

17 Marzo 2022 by Legambiente Lombardia

Appello anche alla Lombardia e ai Comuni: incentivare le rinnovabili sugli edifici partendo da quelli pubblici, attivare e incentivare le comunità energetiche, rendere efficienti gli edifici pubblici e privati sono le strade da percorre per abbassare i consumi e utilizzare fonti alternative

L’esplosione della drammatica guerra in Ucraina e la preoccupazione di molte persone per l’aumento delle bollette impone di accelerare la transizione energetica del nostro Paese, come unica soluzione per uscire dalla dipendenza dal gas, a partire da quello della Russia. 
Per questo, a livello nazionale, Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia avanzano 10 proposte al governo Draghi per affrontare in modo strutturale la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento del gas. Si tratta di interventi normativi e autorizzativi da mettere in campo da qui ai prossimi mesi e che permetterebbero di ridurre i consumi di gas di 36 miliardi di metri cubi all’anno entro fine 2026, sviluppando l’eolico offshore e a terra, il fotovoltaico sui tetti, anche nei centri storici, e sulle aree compromesse (discariche, cave, etc), il moderno agrivoltaico che garantisce l’integrazione delle produzioni agricole con quella energetica, la produzione del biometano (sviluppata in un chiaro contesto di riduzione del numero complessivo di capi allevati e senza sottrazione di terreno alla produzione di cibo), gli accumuli, i pompaggi e l’ammodernamento delle reti.
 
In Lombardia il futuro Programma Regionale Energia Ambiente e Clima, negli obbiettivi dell’atto di indirizzo, prevede la riduzione delle emissioni climalteranti del 40% entro il 2030 per arrivare alla neutralità carbonica entro il 2050 con una riduzione intorno al 30% dei consumi di energia in tutti i settori risetto al 2005 e una maggiore produzione da fonti energetiche rinnovabili più o meno del 30%. Legambiente Lombardia chiede che gli iter siano accelerati.
 
«Facciamo appello anche alla Lombardia e ai Comuni della regione perché facciamo la propria parte per garantire una maggiore autonomia dalle fonti fossili, per evitare qualsiasi emergenza futura, mettendo in campo un mix energetico che può solo fare bene alle famiglie lombarde e all’ambiente – dichiara Barbara Meggetto, presidente Legambiente Lombardia -. Non c’è sostenibilità ambientale senza ridurre la dipendenza dal fossile, abbassando così anche le emissioni di gas climalteranti. Incentivare le rinnovabili sugli edifici partendo da quelli pubblici, attivare e incentivare le comunità energetiche, rendere efficienti gli edifici pubblici e privati sono le strade da percorre per abbassare i consumi e utilizzare fonti alternative al gas».
 
Le tre associazioni a livello nazionale, chiedono in primis di autorizzare, entro marzo 2023, nuovi impianti a fonti rinnovabili per 90 GW di nuova potenza installata, pari alla metà dei 180 GW in attesa di autorizzazione, da realizzare entro fine 2026; aggiornare entro giugno 2022 il PNIEC, valutando l’obiettivo di produzione del 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2035; fissare subito un tetto ai profitti delle aziende che estraggono e trasportano gas fossile o petrolio; attivare entro giugno 2022 il dibattito pubblico sugli impianti a fonti rinnovabili al di sopra dei 10 MW di potenza installata; sviluppare la produzione di biometano da FORSU, scarti agricoli, reflui zootecnici e fanghi di depurazione. E poi di escludere entro aprile 2022 l’autorizzazione paesaggistica per il fotovoltaico integrato sui tetti degli edifici non vincolati dei centri storici; rivedere entro dicembre 2022 i bonus edilizi, cancellando gli incentivi per la sostituzione delle caldaie a gas. Infine è importante anticipare al 2023 l’eliminazione dell’uso delle caldaie a gas nei nuovi edifici; istituire entro giugno 2022 un fondo di garanzia per la costituzione delle comunità energetiche; attivare entro maggio 2022 una strategia per efficienza e innovazione nei cicli produttivi e sulla mobilità sostenibile.
 
SCARICA IL DOCUMENTO NAZIONALE A FIRMA DI GREENPEACE, WWF E LEGAMBIENTE

Negli ultimi mesi il tema energia è stato al centro del dibattito politico, anche grazie ad una incessante campagna mediatica sul tema dei rincari in bolletta e a forti dinamiche speculative, alimentate prima dall’aumento dei prezzi di acquisto del gas fossile sui mercati internazionali messi in campo dagli oligopoli delle fonti fossili, in seguito alla ripartenza dell’economia mondiale dopo le prime ondate del Covid-19, e poi dalle tensioni internazionali sfociate nella terribile guerra innescata dall’invasione russa in Ucraina.
 
«Il problema evidente del salasso per famiglie e aziende è urgente da affrontare, ma le soluzioni adottate o prospettate dal Governo – spiegano Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia – sono anacronistiche e in controtendenza con l’urgente lotta alla crisi climatica: si va dall’aumento della produzione nazionale di gas fossile all’approvvigionamento di idrocarburi gassosi non provenienti dalla Russia, dalla possibile ripartenza di gruppi termoelettrici a carbone a quelli a olio combustibile, dal raddoppio di gasdotti operativi alla realizzazione di nuovi rigassificatori, fino ai nuovi finanziamenti alla ricerca del nucleare di quarta generazione. Il governo, per contenere gli aumenti in bolletta, ha pensato bene infine di tagliare gli extracosti relativi solo alla produzione di elettricità da fonti rinnovabili, senza interessare minimamente quelli vertiginosi delle aziende delle fonti fossili o in modo strutturale tutti gli oneri di sistema in bolletta.  Il blackout nazionale del 2003 portò al varo in fretta e furia dell’infausto decreto sblocca centrali del governo Berlusconi che fece realizzare le centrali termoelettriche a gas che allora sostituirono quelle a carbone e olio; oggi la guerra in Ucraina dovrebbe portare l’Esecutivo Draghi a varare subito un ben più necessario e fausto decreto sblocca rinnovabili per sostituire gli impianti a gas con 90 GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili da autorizzare entro 12 mesi e da realizzare nei prossimi 5 anni».  
 
Per le tre associazioni quelle prese fino ad oggi dall’esecutivo Draghi sono «decisioni che non entrano nel merito dell’unica soluzione efficace che ci può permettere di affrontare questo problema in modo strutturale e senza lasciare indietro nessuno: la riduzione dei consumi di gas. Un obiettivo che si può raggiungere intervenendo soprattutto sulle prime tre voci di consumo: domestico e terziario (33 miliardi di m3 nel 2021), la produzione di elettricità (26 miliardi di m3) e l’industria (14 miliardi di m3), su cui bisogna operare con un forte sviluppo delle fonti rinnovabili, concrete politiche di risparmio energetico ed efficienza energetica in edilizia, l’innovazione tecnologica nelle imprese».
 
Pensare di riattivare gruppi termoelettrici a carbone o a olio combustibile è un’opzione irrilevante: se pure ripartissero 1.000 MW di potenza installata, aggiuntivi a quelli già in attività, con questi due combustibili fossili, ad esempio per 5mila ore all’anno, si potrebbero produrre 5 TWh all’anno che nei fatti permetterebbero di risparmiare solo 1 miliardo di m3 di gas fossile all’anno. Praticamente nulla al confronto del contributo strutturale e rispettoso degli obiettivi climatici e di lotta all’inquinamento atmosferico che garantirebbe lo sviluppo strutturale e convinto delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica, del sistema di pompaggi e accumuli e della rete di trasmissione e distribuzione.

GUARDA IL VIDEO DELLE 10 PROPOSTE

In sintesi le 10 proposte per liberare l’Italia dalla dipendenza dal gas:
1)      Aggiornare entro giugno 2022 il PNIEC, valutando l’obiettivo della produzione del 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2035
2)      Fissare entro aprile 2022 un tetto ai profitti delle aziende che estraggono e trasportano gas fossile o petrolio
3)  Autorizzare, entro marzo 2023, nuovi impianti a fonti rinnovabili per 90 GW di nuova potenza installata, pari alla metà dei 180 GW in attesa di autorizzazione, da realizzare entro fine 2026. Sarà necessario, inoltre, accompagnare questo sviluppo con quelli degli accumuli e della rete che deve essere potenziata per poter ricevere e scambiare i flussi energetici.
4)      Attivare entro giugno 2022 il dibattito pubblico sugli impianti a fonti rinnovabili al di sopra dei 10 MW di potenza installata
5)      Sviluppare la produzione di biometano da FORSU, scarti agricoli, fanghi di depurazione e reflui zootecnici, programmando parallelamente una riduzione dei capi allevati e senza entrare in competizione con l’uso di terreni per la produzione di cibo.
6)      Escludere entro aprile 2022 l’autorizzazione paesaggistica per il fotovoltaico integrato sui tetti degli edifici non vincolati dei centri storici
7)      Rivedere entro dicembre 2022 i bonus edilizi, cancellando gli incentivi per la sostituzione delle caldaie a gas
8)      Anticipare al 2023 l’eliminazione dell’uso delle caldaie a gas nei nuovi edifici
9)      Istituire entro giugno 2022 un fondo di garanzia per la costituzione delle comunità energetiche
10)   Attivare entro maggio 2022 una strategia per efficienza e innovazione nei cicli produttivi e sulla mobilità sostenibile

Archiviato in:Comunicati Stampa Contrassegnato con: efficienza energetica, gas, greenpeace, rinnovabili, wwf

Nevediversa 2022

14 Marzo 2022 by Legambiente Lombardia

In Lombardia 23 impianti di risalita dismessi, 2 temporaneamente chiusi. Progetti impattanti e situazioni di degrado e abbandono minacciano paesaggi ed ecosistemi già compromessi dal cambiamento climatico

La pandemia ha acuito il bisogno sempre più spiccato di attività all’aria aperta, ha fatto riscoprire il piacere del contatto con la natura. In una regione che conta il 41% della superficie montuosa, i lombardi hanno riscoperto la montagna e gli sport alpini puntando su un turismo lento e rispettoso che, se valorizzato da politiche mirate, può diventare un fattore competitivo per il territorio, soprattutto alla luce della crisi che il comparto sciistico sta vivendo anche a causa delle precipitazioni nevose sempre più scarse, valorizzando i paesaggi, le risorse culturali, naturalistiche, gastronomiche che rendono inimitabile ogni località alpina. È un quadro certamente da tenere in considerazione quando si parla dello stato dell’arte del turismo invernale, nel quale si inserisce il dossier Nevediversa 2022 redatto da Legambiente, che annualmente ha l’obiettivo di illustrare le condizioni di impianti da sci dismessi o abbandonati e analizzare gli ingenti costi ambientali ed economici per sostentare il comparto sciistico con innevamento artificiale laddove gli effetti del cambiamento climatico sono tangibili nell’assenza di precipitazioni nevose. Si calcola, infatti, che con un metro cubo d’acqua si producono circa due metri cubi di neve artificiale con costi stimati per l’innevamento di un km di pista che possono raggiungere anche i 45.000 euro a stagione.

In Lombardia sono 23 gli impianti che risultano dismessi, per assenza cronica di neve, fallimenti, crisi economica, fine “vita tecnica” delle strutture poi non rinnovate e 2 temporaneamente chiusi, ma dal futuro incerto. Queste installazioni spesso lasciano sul territorio ruderi delle stazioni di partenza e arrivo, piloni in cemento armato abbandonati, cavi in acciaio non rimossi, come nel caso per esempio dello skilift sul Monte Poieto, nel Comune di Selvino – Aviatico (BG), dismesso addirittura negli anni ’60, la seggiovia sul Monte Arera nel Comune di Oltre Il Colle – Zambia Alta (BG) chiuso dal 2003, lo skilift sul Monte San Primo nel Comune di Bellagio (CO) fermo dal 2013, la funivia sui Monti Greggio e Sighignola nel Comune di Alta Valle Intelvi (CO) dismesso dal 2007, lo skilift sul Monte Tesoro nel Comune di Carenno (LC), lo skilift sull’Alpe Paglio nel Comune di Casargo (LC), la teleferica in località Entova – Scerscen nel Comune di Chiesa Valmalenco (SO) ferma dagli anni ‘90, gli edifici del villaggio turistico Alpiaz di Montecampione e il complesso Le Baite Al Plan che versano in stato di degrado da un decennio.

Nelle pagine del dossier ampio spazio trova anche l’analisi del progetto di ampliamento del demanio sciabile del Passo del Tonale – Cima Le Sorti, che dovrebbe creare un collegamento sia con la Val di Viso verso la Valtellina che con gli impianti del Trentino, in Valbiolo con 10km di nuove piste, 2 impianti di risalita e 5 stazioni. Si tratta di interventi siti all’interno del territorio del Parco dell’Adamello, proprio nel punto in cui questo si collega con l’area protetta più grande delle Alpi: il Parco dello Stelvio. L’investimento di 65 milioni di euro, promosso dal Comune di Ponte di Legno è già stato parzialmente finanziato dalla Regione Lombardia con 25 milioni di euro. Focus anche sulle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, riflettendo sulle vicende dell’eredità di Torino 2006 e dei Mondiali in Valtellina, preoccupa il destino delle nuove infrastrutture già approvate una volta terminati i Giochi.

SCARICA IL DOSSIER NEVEDIVERSA 2022

«Proprio in questo particolare periodo storico la montagna, per le caratteristiche che le sono proprie, può diventare uno straordinario spazio di sperimentazione della sostenibilità, dove iniziare con uno spostamento degli investimenti tradizionali dallo sci alpino verso attività alternative – sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. È necessario ripensare la frequentazione di questi ecosistemi, delicati e spesso fortemente compromessi dall’attività umana, ponendo un freno all’uso smodato dell’innevamento artificiale e dei bacini, interrompendo i contributi per lo sci alpino a località sotto i 1500 metri, limitando il potenziamento dei grandi impianti ad alta quota dicendo stop alla proliferazione all’interno delle aree protette e dei siti Natura 2000. Dall’altro canto è importante promuovere le molteplici attività che si possono svolgere nella media e bassa montagna creando le condizioni per impiegare le risorse locali, umane e materiali; valorizzare le esperienze sostenibili positive, coinvolgere le comunità locali e avviare dei percorsi di formazione sull’emergenza climatica e sulla valorizzazione del territorio».

Impianti per gli sci dismessi, abbandonati, ormai vecchi e obsoleti, oppure strutture per gli sport invernali temporaneamente chiuse per mancanza di neve, per problemi economici o per fine vita tecnica. E poi casi di “accanimento terapeutico”, con impianti che vanno avanti grazie ai contributi dello Stato. A questi si affiancano, per fortuna, storie di riconversione e buone pratiche di un turismo soft e più sostenibile che lascia ben sperare. È il doppio volto della montagna legata allo sci alpino e al turismo invernale che Legambiente Lombardia ha voluto raccontare in un viaggio documentario “Nevediversa” attraverso le provincie di Sondrio, Bergamo e Brescia. Esempi emblematici di sfruttamento del territorio e di abbandono, una condizione che però non risparmia nemmeno le province di Lecco, Como e Varese. Il video è disponibile sul canale YouTube dell’associazione. 

Il dossier Nevediversa ha anche il compito di raccontare storie di riconversione e buone pratiche di un turismo soft e più sostenibile. Un caso di dismissione e rinaturalizzazione dell’area è nel comune di Albosaggia, in provincia di Sondrio, dove i resti di due impianti di risalita chiusi dal 1983, grazie al finanziamento del Comune al supporto del Parco delle Orobie Valtellinesi, sono stati completamente rimossi ed è stato ripristinato l’ambiente naturale. Il Comune, inoltre, ha in corso un progetto di riqualificazione dei maggenghi anche grazie alla corrente elettrica portata in quota da generatori alimentati da batterie recuperate e rigenerate da vecchie auto. Nel rapporto 2022 si legge anche l’esperienza positiva dell’albergo diffuso di Ornica, in provincia di Bergamo, gestito dalla cooperativa Donne di Montagna che ha avuto il merito di contribuire a creare attività economiche che fermassero lo spopolamento e ridessero vita alla comunità.  

Archiviato in:Dossier Contrassegnato con: degrado, impianti da sci, montagna, neve, turismo invernale

Comuni Ricicloni 2021

10 Marzo 2022 by Legambiente Lombardia

318 i comuni virtuosi, 30 nuovi ingressi in classifica. Nessun comune capoluogo ancora Rifiuti Free, ma Mantova si avvicina con 85kg abitante/anno. Milano sotto il 65% della raccolta differenziata, ma resta la prima metropoli in Italia. 377 i comuni che non raggiungono il 65% di differenziata. Male la provincia di Sondrio con percentuali ferme agli anni ’90 

Il 2020 è stato un anno sconvolgente, emergenziale, difficile. Eppure, nonostante il repentino cambiamento di abitudini che sia i cittadini sia le amministrazioni si sono trovati ad affrontare, la raccolta differenziata dei rifiuti si è affermata come una pratica consolidata, che nemmeno la pandemia ha fermato. Il ricorso al sacco indifferenziato per i dispositivi sanitari durante il lockdown ha influito molto poco sulla quantità di rifiuti prodotti dai lombardi nel 2020 e non vi è stato alcuno stop al processo di gestione dei rifiuti. 

Il sistema nel suo complesso, dunque, ha retto. È il quadro che emerge dalla 28^ edizione del dossier Comuni Rifiuti Free – Comuni Ricicloni, il rapporto di Legambiente Lombardia sui dati 2020 forniti O.r.SO di Arpa Lombardia. Sono 318 i comuni virtuosi, che entrano nella classifica per avere un residuo secco non superiore a 75kg abitante anno. In leggera inflessione rispetto all’anno precedente, in cui i comuni erano 323: il 21% dei comuni lombardi pari al 17% dei cittadini lombardi, percentuali in linea con gli anni precedenti (vd. tabella 1). In classifica, per la prima volta anche 30 comuni, un dato importante come segnale di attenzione verso la prevenzione dei rifiuti. 

Tab. 1 Comuni Rifiuti Free per provincia

Sebbene le città capoluogo raggiungano quasi tutte, e alcune addirittura superino abbondantemente il 65% di raccolta differenziata, rimango indietro solo Milano, che sfiora il 63%, unica tra le grandi città italiane con questo risultato, e Sondrio ferma invece sotto il 55%. Per quantità indifferenziato residuo, tra le città, solo Mantova riesce ad avvicinarsi al parametro Rifiuti Free con 85Kg abitante anno di indifferenziato e una percentuale di raccolta differenziata all’83% 

Tab. 2 Performance dei Comuni capoluogo

Da segnalare invece le difficoltà di 377 comuni lombardi che rimangono purtroppo sotto la soglia del 65% di raccolta differenziata: 135 in provincia di Pavia su 186 comuni e 70 su 77 comuni per quella di Sondrio, quest’ultima con percentuali di raccolta ferme, in alcuni comuni della provincia, agli anni ’90 del secolo scorso 

Tab. 3 Comuni sotto la soglia del 65% di raccolta differenziata

«Continuare su questa strada è necessario per abbassare ulteriormente la quantità di rifiuti, elevare la qualità delle frazioni differenziate e avviare un processo di economia circolare – sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –  La priorità della Lombardia nei prossimi anni dovrà essere quella di portare tutti i territori, anche i più difficili come quelli montani, verso gli obiettivi europei e regionali. Un’ambizione che possiamo mettere in campo trovando le giuste soluzioni, visto il grande lavoro fatto finora in questa direzione».

SCARICA IL DOSSIER COMUNI RICICLONI 2021

I Comuni Ricicloni sono stati premiati da Barbara Meggetto e dall’Assessore all’Ambiente di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo e Fabio Carella di Arpa Lombardia nell’ambito della quinta edizione di Ecoforum RifiutiLombardia, tenutasi oggi a Palazzo Reale. L’evento organizzato da Legambiente Lombardia, con il patrocinio di Regione Lombardia, Comune di Milano e ANCI Lombardia con la collaborazione di ARPA Lombardia e il supporto di A2A, è l’annuale appuntamento che si prefigge di promuovere progetti multidisciplinari con i diversi stakeholder nazionali e internazionali, mettendo in relazione diverse realtà tra istituzioni, imprese, università, istituti di ricerca per farle dialogare e dare una spinta ai processi di innovazione in corso, spesso isolati e disaggregati. Diverse aziende ospiti al forum, infatti, si collocano nel campo dell’innovazione, sia per la produzione sia per il recupero di materia. Utile e necessaria è la presenza delle istituzioni pubbliche, che devono fornire un quadro normativo e di pianificazione al passo con i tempi e orientato ad una transizione ecologica efficace.

Ecoforum Economia Circolare a Palazzo Reale, Milano. Barbara Meggetto, Andrea Causo, Raffaele Cattaneo, Alessandro Russo

«Attraverso Ecoforum rifiuti abbiamo scelto di mettere in rete esempi d’innovazione industriale, aziende, enti pubblici e imprese sociali, tutte impegnate con successo nella gestione sostenibile dei rifiuti, nel riuso e nel riciclaggio. Realtà sul territorio capaci di vedere gli scarti non come un problema ma come una risorsa, investendo su un modello produttivo che dimostra come l’economia circolare sia una strada già segnata da tempo per accelerare la transizione ecologica del nostro paese – sottolinea Andrea Causo, direttore di Legambiente Lombardia –. La sfida per il futuro della gestione dei rifiuti nella nostra regione è legata non solo alla capacità dei comuni e delle aziende di gestire al meglio i rifiuti ma anche alla possibilità di incentivare impianti in grado di recuperare e riutilizzare in maniera efficiente sempre più materiali».

Partner della V edizione sono stati Eurosintex, Iterchimica, Itelyum, Nespresso e Gruppo Saviola.

GUARDA LA DIRETTA DELLA V EDIZIONE DI ECOFORUM LOMBARDIA

Le premiazioni dei Comuni Rifiuti Free

Archiviato in:Dossier Contrassegnato con: comuni ricicloni, ecoforum, economia circolare, riciclo, rifiuti, Transizione ecologica

Ecoforum rifiuti: l’economia circolare nella transizione ecologica

2 Marzo 2022 by Legambiente Lombardia

A Palazzo Reale giovedì 10 marzo 2022 la quinta edizione

SCARICA IL PROGRAMMA DETTAGLIATO QUI

Per partecipare è necessario registrarsi qui.
L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube di Legambiente Lombardia e la pagina Facebook.

9:00 Accoglienza

9:30 Saluti
Andrea Causo, Direttore Legambiente Lombardia
Elena Grandi, Assessora all’Ambiente e Verde del Comune di Milano

10:00 Il Programma regionale di Gestione dei Rifiuti
Paola Zerbinati, Dg Ambiente e Clima Regione Lombardia

10:15 Tavola rotonda – L’economia circolare nella transizione ecologica: le opportunità del PNRR
Intervengono:
Raffaele Cattaneo, Assessore Ambiente e Clima Regione Lombardia
Mauro Guerra, Presidente Anci Lombardia
Alessandro Russo, presidente Confservizi CISPEL Lombardia
Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente

11:15 Raccolta differenziata di qualità e tariffazione puntuale: verso l’eccellenza in tutti i territori lombardi
Introducono: Silvia Colombo e Elisa Amodeo, ARS ambiente

Come le aziende pubbliche raccontano i loro obiettivi alla luce di due anni di pandemia
Pietro Antonio D’Alema, Direttore Silea
Lorenzo Bagnacani, Amministratore delegato Mantova Ambiente
Marcello Milani, Amministratore delegato Amsa
Marco Baccaglioni, Direttore generale, Società partecipate della Comunità Montana della Vallesabbia

12:30 I Comuni RIFIUTI FREE
Introduce: Barbara Meggetto, presidente Legambiente Lombardia

Uno sguardo ai dati
Michele Giavini, ARS ambiente

Consegnano gli attestati
Barbara Meggetto, Legambiente Lombardia
Raffaele Cattaneo, Regione Lombardia
Fabio Carella, Arpa Lombardia

13:00 Pausa pranzo

14:30 Le nuove opportunità del pacchetto economia circolare. Come le aziende affrontano il cambiamento
Modera: Lucia Schillaci, giornalista

Ermete Realacci, Presidente Fondazione Symbola
Davide Macchi, Direzione Normativa e Rapporti Istituzionali Federdistribuzione
Fabio Silvestri, Head of Marketing and Business Development Gr3n
Roberto Di Molfetta, Vicedirettore Comieco
Giuseppe Cima, Presidente Cartiere dell’Adda
Roberto Vadinoci, Consigliere Delegato Gruppo Saviola
Chiara Murano, Sustainability & SHE Manager di Nespresso Italiana
Fabrizio Monti, Direttore Commerciale Italia e dello Sviluppo Italia, Iterchimica S.p.A.
Antonio Lazzarinetti, Presidente Itelyum
Sergio Padovani, Direttore del settore Attività Produttive e controlli, Arpa Lombardia

Mondi possibili, cooperazione e terzo settore per l’economia circolare
Introduce: Simone Paleari, Direttore Agenzia Innova21

Alberto Pizzocchero, Cooperativa Cauto
Donatella Pavan, Coordinatrice Giacimenti Urbani
Volfango Pirelli, Presidente Ambiente Lavoro

17:30 Conclusioni

PRESENTAZIONI DEI RELATORI:
– Alberto Pizzocchero, CAUTO
– Amodeo, ARS Ambiente
– Chiara Murano, Nespresso
– Donatella Pavan, Giacimenti Urbani
– Fabrizio Monti, Iterchimica
– Giuseppe Cima, Cartiere dell’Adda
– Lorenzo Bagnacani, Mantova Ambiente
– Marcello Milani, AMSA
– Marco Baccaglioni, Comunità Montana Valle Sabbia
– Michele Giavini, ARS Ambiente
– Paola Zerbinati, Regione Lombardia
– Pietro Antonio D’Alema, SILEA
– Roberto di Molfetta, Comieco
– Roberto Valdinoci, Gruppo Saviola
– Sergio Padovani, ARPA Lombardia
– Volfango Pirelli, Ambiente Lavoro

Archiviato in:Eventi Contrassegnato con: ecoforum, economia circolare, riciclo

La gomma riciclata entra a scuola: al via il progetto formativo per un corretto riciclo degli Pneumatici fuori uso

28 Febbraio 2022 by Legambiente Lombardia

Concorso per le scuole che potranno vincere un innovativo campo in gomma riciclata per il basket 3×3 donato da Ecopneus

Gli studenti delle scuole lombarde protagonisti dell’economia circolare grazie al progetto “Per un corretto riciclo degli Pneumatici Fuori Uso”, promosso da Ecopneus, società senza scopo di lucro principale operatore della gestione degli Pneumatici Fuori Uso in Italia, in collaborazione con Legambiente. Buone pratiche ambientali, sostenibilità e riciclo dei PFU sono i temi chiave del percorso formativo intrapreso dagli studenti lombardi, che si concluderà con la realizzazione di un video spot sul tema della gestione dei PFU-Pneumatici Fuori Uso.
Il percorso formativo è rivolto agli alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado della Lombardia che, insieme ai docenti e guidati dagli educatori di Legambiente, approfondiranno e comprenderanno come funziona il processo di riciclo dei PFU, trasformati in gomma riciclata utile per realizzare prodotti e oggetti ecosostenibili per la vita di ogni giorno, come superfici sportive, campi da calcio, isolanti acustici, arredi urbani, per asfalti silenziosi, sicuri e duraturi e molto altro ancora.
 
Concluso il percorso formativo in aula, libero sfogo alla creatività dei ragazzi che dovranno realizzare un filmato di massimo 2 minuti per lanciare un messaggio positivo sull’importanza di acquistare sempre legalmente gli pneumatici nuovi e sulla corretta gestione degli Pneumatici arrivati a fine vita, scongiurando così ogni potenziale rischio ambientale e valorizzando un prezioso materiale come la gomma da riciclo, dai tanti vantaggi e possibilità di impiego. 
 
Gli elaborati in concorso – che dovranno pervenire entro il 22 aprile – saranno valutati da una giuria di esperti composta da rappresentanti del Ministero dell’Istruzione, il Ministero per la Transizione Ecologica, Legambiente ed Ecopneus. La classe vincitrice riceverà in dono da Ecopneus un innovativo campo da basket 3×3 Tyrefield, di ultimissima generazione, realizzato con la gomma riciclata dagli Pneumatici Fuori Uso. 
I video in gara, selezionati dalla giuria di esperti, saranno visibili sulla pagina Facebook di Legambiente Scuola 
Formazione, dove sarà possibile votare il proprio video preferito. ll filmato che riceverà più “mi piace” sarà premiato e la scuola che lo ha realizzato riceverà elementi di arredo in gomma riciclata per l’area scolastica.
 
“Formare oggi le nuove generazioni sui temi ambientali è indispensabile per realizzare una società migliore domani; – ha dichiarato Federico Dossena, Direttore Generale di Ecopneus – questo importante progetto formativo sviluppato con Legambiente, va in questa direzione. Informare, sensibilizzare e coinvolgere è come piantare un seme e contribuire a far fiorire nei ragazzi una cultura della sostenibilità, del rispetto per l’ambiente e del riciclo. Per farlo abbiamo deciso di mostrare ai giovani i benefici derivanti dalla corretta gestione degli Pneumatici Fuori Uso”. 

“La sfida della transizione ecologica è oggi al centro anche della sfida educativa. Per la nostra associazione la collaborazione con le scuole nell’educazione ambientale è un impegno continuo, perché crediamo nell’importanza di formare cittadini consapevoli e rispettosi. Infatti spesso sono proprio i ragazzi che, con il loro entusiasmo, si fanno portavoce verso amici e parenti di stili di vita sostenibili appresi a scuola. – hanno dichiarato la Vicepresidente nazionale Vanessa Pallucchi e la Presidente di Legambiente Lombardia Barbara Meggetto –. Ciò che un tempo era considerato un rifiuto, un problema, oggi se gestito attraverso la giusta filiera del riciclo, può divenire una risorsa preziosa, un’opportunità di seconda vita per i materiali, creando nuovi oggetti o come nel caso degli pneumatici aiutando a rigenerare spazi di socialità e condivisione”.
 
Dal 2013, “Per un corretto riciclo degli Pneumatici Fuori Uso” ha già coinvolto oltre 10.000 studenti in tutta Italia; la Lombardia è la decima regione nella quale è approdato il progetto. In questi anni, incontri ed eventi tematici, attività didattiche e visite agli impianti di riciclo sul proprio territorio hanno permesso di mostrare ai ragazzi il risultato concreto della gestione di un materiale che acquista nuova vita in prodotti e idee ecosostenibili, come le superfici da gioco in gomma riciclata Tyrefield, premio del contest. 
 
CANDIDA LA TUA CLASSE ISCRIVENDOTI QUI

Ci sarà tempo fino al 22 aprile per inviare i progetti. Per avere maggiori informazioni è possibile inviare una mail a scuola.formazione@legambiente.it.

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