Positivo che l’azione per il clima rappresenti una priorità d’azione, ma mancano fondi e politiche utili alla mitigazione
la Legge deve essere alleggerita dalle zavorre propagandistiche su nucleare, cattura di CO2 e idrogeno. Priorità sono sviluppo delle fonti rinnovabili e riduzione della domanda di energia primaria
Legambiente: “Buon voto ai consiglieri, augurandoci che prevalga il buon senso e soprattutto un reale contrasto agli effetti della crisi climatica, sempre più evidenti in Regione.”

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Dopo l’approvazione della Giunta del 26 maggio scorso, la “Legge per il clima – Norme per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici” di Regione Lombardia approda in Consiglio: la Legge, se sarà approvata, segna una importante presa in carico da parte dell’istituzione regionale della maggiore emergenza civile ed economica in atto.
La crisi climatica in Lombardia mostra ogni giorno la propria capacità distruttiva, senza che le amministrazioni riescano ad essere realmente incisive. Questa legge aiuterà mitigazione ed adattamento? Ce lo auguriamo, anche se non possiamo fare a meno di rilevare che manchino decisioni e programmi in ordine agli investimenti necessari per affrontare le sfide di un cambio di passo e di strategia di sviluppo economico ormai evidente a tutti.
Inoltre, come Legambiente ha messo in evidenza nelle sue osservazioni, a contenuti da una lato condivisibili si affiancano proclami di sapore propagandistico, di dubbia o nulla operabilità.
Il richiamo è prima di tutto al nucleare, la cui molto eventuale implementazione si collocherebbe, per tempi di realizzazione, al di fuori della gittata temporale della legge, che fissa obiettivi di decarbonizzazione al 2050; o l’accenno alle tecnologie di cattura di CO2, ad oggi un campo aperto di ricerca e sviluppo in cui l’unico elemento chiaro è che il loro costo sarebbe il più elevato tra le alternative per la riduzione delle emissioni, ed ancora l’enfasi sull’idrogeno, risorsa che diventerà interessante solo dopo che avremo sviluppato una adeguata capacità produttiva di energia da fonte rinnovabile.
Praticamente assente il richiamo alle normative sulle emissioni di gas serra da fonti agricole che in Lombardia hanno un peso molto rilevante a causa dell’esagerato carico zootecnico, ma anche a tecnologie oggi mature, come quelle delle pompe di calore, che rendono praticabile la transizione elettrica e rinnovabile.
“Legambiente augura buon lavoro al Consiglio Regionale per l’impegnativo dibattito di domani,” commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Dobbiamo però tenere d’occhio l’orologio, se vogliamo che la nuova norma realizzi ciò che promette nel titolo, ovvero la mitigazione e l’adattamento alla crisi climatica. Bisogna accelerare con le tecnologie esistenti, molte delle quali vedono un ruolo di prima linea da parte di aziende innovatrici del nostro territorio, piuttosto che rimanere indietro per coltivare improbabili sogni nucleari.”