Milano città 30: mancano provvedimenti integrati e la determinazione del sindaco Sala

La moderazione del traffico motorizzato e la qualità diffusa dello spazio pubblico sono la chiave per superare l’emergenza climatica e la crisi ambientale nelle città: con l’Ordine del Giorno del 9 u.s. “Milano a 30 Km/h” a firma di ventisette Consiglieri Comunali, la metropoli lombarda prova a recuperare il gap con Bruxelles e Parigi, dove il limite è da tempo attivo, e con Bologna, che dopo l’OdG ha con una delibera di giunta ha stanziato 14 milioni di finanziamenti; Milano è inoltre seguita a ruota da Roma, che ha annunciato provvedimenti simili, stavolta per bocca dell’Assessore alla Mobilità.

Le motivazioni dei consiglieri proponenti sottolineano giustamente gli aspetti di una maggiore sicurezza stradale e di maggiore efficienza della circolazione, ma un provvedimento come questo fa anche eco all’attuale dibattito nazionale sui sussidi ai carburanti fossili: una circolazione moderata genera meno consumo, con evidenti riflessi anche sui prezzi.

La UE aveva già raccomandato agli stati membri (10/2021) di introdurre il limite per ridurre le vittime stradali, ribadendo più di recente (10/2022) la misura proprio come contrasto alla dipendenza dai combustibili fossili e all’aumento dei prezzi, considerando stavolta gli effetti del conflitto in Ucraina.

Secondo l’associazione ambientalista, Milano dovrebbe quindi approvare nel minor tempo possibile un provvedimento che consegua le necessarie modifiche alla viabilità e alla circolazione, sottolineando però come il sindaco Sala, dopo il sostanziale consenso all’ordine del giorno da parte dell’Assessora alla Mobilità, cominci a frenare sulla realizzazione.

«Milano è perfettamente in grado di introdurre il limite entro un anno, ci sono le energie e gli strumenti, come ad esempio il PUMS e un TPL sempre più efficace, per non parlare dei tecnici – afferma Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Da anni Legambiente chiede una revisione della mobilità a Milano: 30 Km/h vuol dire andare più veloci e più sicuri tutti insieme, in una città finalmente utile e produttiva per persone di tutte le età e le abilità».

Una città con un traffico motorizzato moderato è anche una città più sana e attrattiva, uno degli obiettivi della Giunta a tutti i livelli. In questo senso, il limite di velocità non può essere la sola misura da adottare.

«Ci vuole un approccio integrato, finora poco evidente – afferma Federico Del Prete, responsabile mobilità e spazio pubblico di Legambiente Lombardia – Il tassello più urgente, oltre alla riduzione della velocità, è quello della sosta degli autoveicoli su suolo pubblico. Gli stalli per le automobili vanno ridotti sensibilmente per restituire spazio alle relazioni e al commercio. L’immagine internazionale di Milano non può continuare a scontrarsi con la realtà di un parcheggio a cielo aperto. Milano è ancora molto al di sopra della media di automobili pro capite delle città europee, per togliere auto come nelle altre città bisogna mostrarsi compatti, non confondere le parti».

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