Trenord ha un nuovo CdA

Sulla gestione pesa però un sistema ferroviario senza concorrenza fino al 2033, a meno di un cambio di passo

La difficile esperienza degli utenti e finanziamenti fin troppo orientati alle infrastrutture stradali i nodi da sciogliere per il nuovo AD

Legambiente: “Facciamo gli auguri al nuovo CdA che avrà più di un ostacolo da superare La politica lombarda sembra non vedere il ruolo cruciale del trasporto collettivo nella transizione ecologica”

Il primo convoglio a idrogeno appena arrivato dalla Germania nel nuovo impianto di manutenzione e di rifornimento di idrogeno di Rovato (BS) per i test di rifornimento, il 12 febbraio 2025 (ph.: Ferrovie Nord)

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Si è insediato il nuovo CdA di Trenord, con un nuovo amministratore delegato che ha competenze di trasformazioni e ristrutturazioni aziendali. Sembra essere questa l’indicazione dei soci di FNM, Trenitalia e della stessa Trenord a un’azienda che non riesce a scrollarsi di dosso l’immagine negativa di un servizio da tempo al limite degli impegni contrattuali. Lo scenario monopolistico dei trasporti ferroviari lombardi non giova certo alla crescita di una domanda di mobilità sostenibile, quella espressa dal trasporto collettivo, inchiodata al 13% sul totale degli spostamenti nella regione.

Il trasporto collettivo è l’arma più efficace per la transizione ecologica ed energetica, ma in Lombardia – e, più in generale, in Italia – gli investimenti privilegiano la motorizzazione individuale, che alla luce dei fatti crea più problemi di quanti non ne risolva. Il PRMT (Programma Regionale della Mobilità e dei Trasporti) in approvazione entro quest’anno non introduce, inoltre, nulla di realmente rivoluzionario per il trasporto ferroviario, né come infrastrutture né come servizio, prevalendo programmi di nuove infrastrutture viabilistiche e autostradali.

“Facciamo gli auguri di buon lavoro al nuovo consiglio di amministrazione di Trenord per il compito di responsabilità che li attende,” dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Ci aspettiamo che il nuovo CdA riveda il contratto di servizio in essere fino al 2033 per rendere meno difficile la vita di chi viaggia e attrarre nuova utenza. Così com’è, il servizio monopolistico di Trenord non è in grado di garantire la crescita del trasporto collettivo in Lombardia.”

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