Dal ghiacciaio del Ventina in Valmalenco un grido di allarme per una montagna sempre più fragile e bisognosa di attenzione per gli effetti della crisi climatica
Legambiente: “In Valtellina serve una strategia sul clima per reagire agli evidenti cambiamenti del territorio d’alta e bassa quota dovuti al cambiamento climatico”

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Termina oggi la seconda tappa di Carovana dei Ghiacciai 2025 ospitata in Lombardia. La tappa, centrata sulle condizioni del ghiacciaio del Ventina in Valmalenco, ha visto la coalizione di Legambiente, CIPRA Italia e Fondazione Glaciologica Italiana percorrere la provincia di Sondrio.
Preoccupante la situazione del Ventina, un ghiacciaio in forte arretramento e che esprime bene la forte correlazione – causa ed effetto – tra variazione di temperature, precipitazione nevose e spostamento della fronte del ghiacciaio, anche in positivo come nel caso dell’avanzamento evidenziato per gli anni 1973-1988 dalle campagne glaciologiche CGI e SGL. In particolare, per quanto riguarda i ritiri frontali del ghiacciaio, si segnalano poco meno di 700 metri dal 1990 al 2015 (R. Scotti, SGL), e 400 metri dal 2015 ad oggi (M. Gussoni, SGL). Dal punto di vista areale, la superficie del ghiacciaio è passata dai 2,10 km2 del 1957 (Catasto CGI) ai 1,87 km2 del Nuovo Catasto dei Ghiacciai Italiani (C. Smiraglia e G. Diolaiuti, 2015), a 1,38 km2 del 2022 (S. Perona, CGI).
Oltre ai dati puramente glaciologici, la tappa lombarda è stata dedicata al coinvolgimento del territorio, a partire dall’incontro curato da Legambiente Lombardia tenutosi a Tirano il 20 agosto, “Dialogo sulla montagna tra cambiamento climatico, parchi e qualità del turismo”, che ha visto la presenza di Stefania Mariagrazia Stoppani, Sindaca Tirano; Marco Ioli, Presidente Parco Orobie Valtellinesi; Marzio Marzorati, Coordinatore Federparchi Lombardia; Italo Buzzetti, Responsabile gestione Sistemi forestali e ambientali, Ersaf Lombardia; Tiziano Maffezzini, Presidente Uncem Lombardia – Unione Naz. Comuni, Comunità, Enti Montani; Giuseppe Canducci, Responsabile ambiente Anci Lombardia, Silvia Argentiero, Responsabile aree protette di Legambiente Lombardia, coordinato da Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia.
Durante l’incontro sono stati affrontati i temi legati all’afflusso turistico, con un settore che deve trovare nell’economia dell’accoglienza anche un giusto equilibrio con le attività e la qualità di vita dei residenti. Proseguire quindi nella tutela e sviluppo delle aree protette, a partire dal parco delle Orobie Valtellinesi, impegnato nella difesa di un territorio fragile ma anche nello sviluppo delle tipicità locali e della piccola zootecnia, così come nella salvaguardia di un bene prezioso come l’acqua, che con l’instabilità climatica stagionale rischia di mandare in sofferenza gli alpeggi. È stato quindi aperto un confronto e un ragionamento con gli enti locali sulla nuova legge sulla montagna, oggi al Senato per la rilettura finale. Da Federparchi infine, la necessità del completamento della rete delle aree protette anche in Valtellina, previste dalla legge ma mai attuate.
Altro campanello d’allarme è rappresentato dai fenomeni di instabilità. Le osservazioni effettuate durante la tappa della Ventina indicano che nell’area è in atto una forte deglaciazione cui si sovrappongono altri fenomeni di instabilità naturale, quali frane e colate detritico-torrentizie. Queste ultime appaiono legate alle forti precipitazioni piovose che sempre più frequentemente si verificano in alta quota, fenomeni in grado di fluidificare le coltri detritiche e le stesse morene. Preoccupano anche i lembi di ghiaccio morto che rendono instabile la morena laterale destra e rendono pericolosa l’area frontale del ghiacciaio.
“Carovana dei Ghiacciai ci permette ogni anno di tornare ad ascoltare e dialogare con il territorio,” spiega Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Il cambiamento climatico fa sentire i suoi effetti anche Valtellina. Per questo, a nostro avviso, è importante studiare una strategia climatica complessiva, un modello condiviso di mitigazione ed adattamento che affronti concretamente i cambiamenti in corso. La fragilità che abbiamo visto, con un crollo in parete avvenuto proprio durante la nostra salita al Ventina, ci fa pensare che solo un rafforzamento delle tutele degli ambienti naturali possa preservare da rischi maggiori i territori a valle. Per questo è importante ragionare sulle azioni condivise da intraprendere per porre rimedio alle troppe mancanze di questi anni”.
Da anni Legambiente chiede che venga completato il quadro delle aree protette previste dalla legge 86/83:
“Ci convince molto l’ipotesi di una grande area protetta, dallo Stelvio passando dalle Alpi Retiche del Bernina per finire alla Val Codera,” commenta Silvia Argentiero, responsabile aree protette Legambiente Lombardia. “Sarebbe uno dei più grandi parchi alpini, una scommessa di pianificazione condivisa e tutela delle risorse naturali in un momento in cui la montagna attrae sempre di più, per sfuggire al caldo o per scelta di vita.”