Due tragiche collisioni in poche ore per le strade di Milano, serve una convinta e diffusa rigenerazione stradale, non una inutile repressione senza costrutto

Da tempo in città e provincia gli “incidenti” non possono più essere considerati tali, ma il governo nazionale e le amministrazioni locali non sembrano cogliere lo stato delle cose

Legambiente: “Serve una rigenerazione stradale profonda e un nuovo patto civile per la sicurezza nello spazio pubblico. Con la seconda collisione in poche ore Milano non fa eccezione alla strage sulle strade italiane, ma l’orientamento del governo sembra andare in direzioni securitarie che di fatto rinviano un reale cambio culturale, anziché affrontarlo.”

La scena della collisione stradale del 6 novembre 2025 a Milano (ph.: © Repubblica Milano)

Due tragiche collisioni in poche ore per le strade di Milano. Sperando che la seconda non abbia l’epilogo della precedente, è purtroppo comunque possibile trarre alcune conclusioni. Prima (2023-24) mezzi pesanti, betoniere e camion legati alla intensa cantierizzazione, in questi due ultimi casi furgoni per consegne sempre più pressanti. In mezzo, portiere aperte senza attenzione, velocità ovunque troppo alte, manovre azzardate. In tutti i casi, alla guida dei mezzi più pericolosi, persone che non hanno chiaro il rischio cui sottopongono pedoni e ciclisti o altri conducenti come loro.

Non è solo Milano: tutta l’Italia è stretta in un gioco al massacro, senza che nessuno riesca a dire basta. Con una situazione come questa la sicurezza dei cittadini nello spazio pubblico è purtroppo lontana da essere garantita, sia per la troppa timidezza delle amministrazioni locali sia per una linea politica nazionale accentratrice e poco accorta, se non addirittura fuori dalla storia. In mezzo, persone vere, che rimangono sull’asfalto delle provinciali, delle strade di città, praticamente in ogni condizione di viabilità e circolazione.

A guardare, come nel caso del bambino investito e ora in pericolo di vita, cittadini residenti che chiedono invano che la velocità dei mezzi a motori sia ridotta nel loro quartiere, che siano installati dissuasori. Invano. Non sappiamo nulla, dopo la legge delega al MIT per un nuovo Codice della Strada votata ormai un anno fa, dei contenuti di questa importante legge finora centrata su veicoli e infrastrutture, come sembra che continuerà ad essere, anziché sulle persone e sull’idea di abbattere le disuguaglianze nello spazio pubblico, come è urgente che sia. Anche considerando le altre culture e nazionalità, finora escluse da qualsiasi forma di coinvolgimento.

“Milano, come le altre città italiane ad elevata motorizzazione, da tempo non è sicura come dovrebbe per tutte le età, le abilità e i generi, ma solo per i veicoli a motore, e forse neanche più per quelli,” commenta Federico Del Prete, responsabile mobilità e spazio pubblico di Legambiente Lombardia. “Serve una rigenerazione stradale profonda, che riduca le disuguaglianze nello spazio pubblico e aumenti la sua capacità di innovazione sostenibile. Serve un nuovo patto civile per la sicurezza nello spazio pubblico. Non ci pare che il nuovo Codice della Strada in via di aggiornamento vada in questa direzione, dobbiamo purtroppo aspettarci altre eventualità come queste.”.

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