“Fermare l’inquinamento idrico si può e si deve: ARPA continui così”

Il commento di Legambiente Lombardia sulle operazioni compiute negli ultimi giorni nel Bresciano

“Gli inquinatori possono essere scoperti e bloccati, si prosegua su questa strada”, questo il commento di Legambiente Lombardia alle operazioni che si sono svolte negli ultimi giorni in provincia di Brescia.

In questi ultimi giorni, in cui la crisi idrica causata dalla siccità sta evidenziando tutta la gravità e la drammaticità del cambiamento climatico, nonché la sottovalutazione di quanto sia a rischio il bene comune “acqua”, non mancano, per fortuna, buoni esempi di come in Lombardia si possa agire sul fronte della prevenzione e della repressione per tutelare questo bene sempre più prezioso e fondamentale per la vita e l’equilibrio del nostro ecosistema.

Dopo mesi di faticose indagini, infatti, il Dipartimento ARPA di Brescia, guidata dal Dott. Fabio Cambielli, ha messo a segno una serie di interventi che hanno individuato i responsabili di scarichi illeciti nei corsi d’acqua, interrompendo l’attività inquinante che verosimilmente perdurava da lungo tempo.

Le operazioni si sono svolte a Manerbio, Flero e nella zona sud di Brescia, interessando la roggia Molone, il Mella, il vaso Salice e la roggia di viale delle Rimembranze a Calvisano. Tra le sostanze inquinanti immesse illegalmente nei corpi idrici piombo, zinco, ferro, rame e alluminio.

“I nostri complimenti e la nostra gratitudine vanno all’ARPA di Brescia – dichiara Lorenzo Baio, responsabile acqua di Legambiente Lombardia – che con determinazione e abnegazione, è riuscita in pochi giorni in un compito tutt’altro che facile: ricostruire il percorso della contaminazione idrica, fino a risalire alla fonte e quindi ai responsabili dell’inquinamento. Sappiamo che la diluizione e la velocità con cui le sostanze tossiche si propagano rendono particolarmente difficili questo tipo di accertamenti. Ma la task force di Arpa ha dimostrato come, con la giusta determinazione, sia possibile individuare e smascherare chi inquina rogge e torrenti. Ci auguriamo che i risultati raggiunti in questi ultimi giorni a Brescia possano essere di stimolo ed esempio per tutti i soggetti preposti ai controlli e alla repressione di condotte illecite a danno dei nostri corsi d’acqua”

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